Corriere della Sera

Addio a Caligari, il regista che raccontò l’«Amore tossico»

- Maurizio Porro

È morto ieri a Roma a 67 anni dopo una lunga malattia che l’ha stremato durante la lavorazion­e del suo terzo film, Non essere cattivo, il regista Claudio Caligari, nato ad Arona (Novara) il 7 febbraio ’48 e noto per un piccolo film indipenden­te Amore tossico, 1983, diventato di culto fra i giovani d’una generazion­e per la sincera voglia di protesta.

Era quasi un documento (ne aveva girati davvero su quell’argomento), con attori presi dal vero, su un gruppo di ragazzi dal braccio d’oro, fatti e strafatti senza indulgere in pietismi o retorica: la vita vera di un gruppo di tossici come il molto cinema sulla droga non ha quasi mai rappresent­ato con tale cruda verità. Piacque a Marco Ferreri, fu premiato a Venezia e Caligari entrò in quella sparuta schiera di autori che guardano in faccia la peggiore realtà e non si fanno sedurre dal lieto fine, sulla scia del neo realismo, degli Accattoni pasolinian­i e del cinema di denuncia di Citti, Vicari, Frezza, Di Costanzo, Munzi, Segre.

Caligari era fra i pochi non allineati, né arresi alla dittatura delle commedie italiane in rosa televisivo: il suo secondo film, L’odore della notte, del ’ 98, prodotto da Marco Risi, ispirato a un libro, con attori invece profession­isti (Mastandrea, Giallini, Tirabassi) è ancora di ambiente proletario e non molla una presa di racconto dura e senza perifrasi. Racconta in escalation della banda della Arancia meccanica, guidata nei 70 da un ex poliziotto dalla doppia vita che ruba ai ricchi (tra le vittime deputati Dc e il vero Little Tony).

Non ci sono sogni di gloria, espiazione, redenzione perché questo cinema non comprende soluzioni di comodo: difatti solo tre film in 32 anni, oltre a un documentar­io non finito, Anni rapaci, del 2005, sul mondo degli spacciator­i. L’ultimo titolo, Non essere cattivo, ora al montaggio, racconta ancora della periferia romana coi ragazzi di vita anni 90, tutti orgogliosi di essere testimoni della costanza della ragione di un autore senza compromess­i.

Per produrre il film («L’intero cast tecnico e artistico è commosso e onorato di aver lavorato con un grande maestro») l’amico Valerio Mastandrea ha scritto anche una toccante lettera a Scorsese in cui chiedeva solidariet­à per una voce del cinema fuori dal coro. L’ultimo saluto a Caligari domani a Roma alle 10 nella chiesa degli artisti di Piazza del Popolo.

«L’odore della notte» Fotografò il mondo delle periferie anche in «L’odore della notte» con Mastandrea

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L’ultimo set Luca Marinelli in «Non essere cattivo» appena finito da Caligari

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