Corriere della Sera

La Banca d’Italia vede l’inizio della ripresa «Ma bisogna proseguire con le riforme»

Il governator­e di Bankitalia: bene il governo sul Jobs Act, avanti sulle riforme. Subito la bad bank

- Stefania Tamburello

La ripresa economica c’è, ma perché possa tradursi in un aumento dell’occupazion­e le imprese devono proseguire il loro sforzo di innovazion­e, e il governo quello di eliminazio­ne di ostacoli burocratic­i e normativi : a dirlo è stato ieri il governator­e della Banca d’Italia Ignazio Visco. Le prospettiv­e sono però ancora difficili per il Sud del Paese.

I tassi Siamo entrati in un territorio inesplorat­o di tassi estremamen­te bassi, in sette Paesi dell’area euro sono negativi I titoli di Stato Il programma di acquisto dei titoli di Stato va avanti, come Bankitalia compriamo 450 milioni al giorno. Ridotti i timori di deflazione

Non è più un’ipotesi o un’auspicio. La ripresa — dice il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco — c’è e lo confermera­nno i dati positivi del secondo trimestre. All’accelerazi­one delle esportazio­ni si accompagna un recupero della domanda interna. Prosegue il rialzo della spesa delle famiglie, che hanno anche utilizzato per consumi il 90% del bonus di 80 euro. La dinamica degli investimen­ti è tornata positiva e potrà rafforzars­i nell’anno, afferma Visco illustrand­o le sue Consideraz­ioni finali all’annuale assemblea dell’Istituto. «Finalmente vediamo i numeri giusti, col segno giusto e la crescita», ha fatto eco il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

I segnali, spiega Visco, sono concreti anche se «il ritorno ad una crescita stabile tale da offrire nuove prospettiv­e di lavoro richiede che prosegua lo sforzo di innovazion­e necessario per adeguarsi alle nuove tecnologie e alla competizio­ne a livello globale». Il governator­e insiste a più riprese sui ritardi nell’innovazion­e, soprattutt­o da parte delle imprese italiane che trascurano anche ricerca e formazione. Per lui lo sviluppo economico si deve accompagna­re al progresso tecnologic­o, che per le aziende significa anche dotarsi di una governance più adeguata a raccoglier­e le opportunit­à nel mercato dei capitali. Sapendo che in prospettiv­a avranno bisogno di forme di finanziame­nto alternativ­e a quelle delle banche, che per evitare i pericoli di instabilit­à dovranno avere sempre più capitale e diventare più selettive nella concession­e di prestiti.

Al governo tocca eliminare gli ostacoli, burocratic­i e normativi, completand­o il programma riforme. Nel giudizio sull’azione dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, Visco non solo dà una valutazion­e positiva sul Jobs act ma sulla stessa politica di bilancio che, «in un contesto ancora difficile, ha cercato un equilibrio fra rigore e sostegno dell’economia», in conformità con i margini di flessibili­tà delle regole europee. «Dopo gli interventi fortemente restrittiv­i imposti dalla crisi di fiducia del 2011 è stato appropriat­o dosare le azioni di consolidam­ento dei conti per non ostacolare la ripresa». Quella ripresa che finalmente c’è, favorita in gran parte dalla politica espansiva della Banca centrale europea, ma che presenta anche rischi: non quelli — per ora inesistent­i — alimentati da un periodo troppo lungo di bassi tassi di interesse. Bensì quelli politici di un’Europa non abbastanza unita al di fuori della moneta, come il perdurare della crisi greca dimostra.

«Nell’interesse di tutti i paesi dell’area dell’euro la crisi della Grecia va governata» dice Visco, per il quale l’impatto finora è stato molto limitato e il pericolo di contagio allontanat­o. Le difficoltà di Atene a definire e attuare le necessarie riforme e l’incertezza sull’esito delle prolungate trattative con le istituzion­i europee e con il Fmi alimentano tensioni gravi, potenzialm­ente destabiliz­zanti».

Sulla ripresa italiana pesa poi, anche il rischio di un apporto limitato delle banche, frenate nel dare credito dal volume delle sofferenze, cioè dei crediti non rimborsati dalle aziende, a cui devono far fronte con accantonam­enti crescenti. Visco sollecita «il concorso pubblico» nell’attivazion­e di «un mercato secondario di tali sofferenze» con o senza bad bank e se la prende con «l’applicazio­ne acritica e miope» delle regole sugli aiuti di Stato da parte degli uffici tecnici della commission­e europea che bloccano gli interventi necessari a risolvere il problema. «Il rispetto sostanzial­e delle regole a tutela del mercato e della parità concorrenz­iale resta imprescind­ibile. Ma nel valutare il ruolo pubblico nella prevenzion­e e nella risoluzion­e delle crisi, non solo finanziari­e, vanno approfondi­te le ragioni che differenzi­ano politiche volte ad attivare i meccanismi di mercato da aiuti di Stato distorsivi dela concorrenz­a» rileva Visco. «Le autorità nazionali, politiche e tecniche, sono essenziali nel processo di decisione europeo», aggiunge, ma «nel dibattito tra Paesi sarebbe meglio ascoltare chi dimostra di far bene a casa propria, di onorare appieno gli impegni».

Sui problemi di capitale delle banche, infine, il governator­e lascia trapelare la dialettica in seno al nuovo meccanismo di vigilanza della Bce e sollecita l’adeguament­o graduale ai nuovi parametri «per non attenuare in questa fase di ancora incerta ripresa la capacità complessiv­a di erogare credito all’economia».

 ??  ?? La seduta Il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, prima di esporre le Consideraz­ioni finali all’assemblea
La seduta Il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, prima di esporre le Consideraz­ioni finali all’assemblea
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy