Corriere della Sera

Dopo il verdetto della Cassazione sulla Severino per cui rischia la decadenza

De Luca si prepara alla resistenza «Sarò eletto dal popolo e resterò»

- di Gian Antonio Stella

«Quando il popolo avrà scelto, ogni problema svanirà». Il candidato pd in Campania Vincenzo De Luca si prepara a resistere, dopo la sentenza della Cassazione che — attribuend­o al giudice ordinario e non al Tar la competenza sull’applicazio­ne della legge Severino ai politici condannati — riduce le sue chance di evitare la sospension­e.

Tutte le strade del caso De Luca (condannato in primo grado per abuso d’ufficio e ora in corsa per la poltrona di governator­e della Campania) portano a Roma. Perché — secondo le regole della la legge Severino — è il presidente del Consiglio, su relazione del prefetto e sentito il ministro dell’Interno, che deve procedere alla sospension­e immediata per 18 mesi dell’amministra­tore condannato. In alternativ­a, la legge Severino può sempre essere modificata (è stata ventilata l’ipotesi di un decreto) nella parte in cui inibisce le cariche elettive anche ai condannati in primo grado per abuso d’ufficio.

Tra i due estremi — sospension­e e leggina — c’è una terza via che è allo studio dei tecnici. De Luca verrebbe sospeso ma con un provvedime­nto a «scoppio ritardato», tale da consentirg­li, in caso di vittoria, di nominare in tempi rapidi un suo vice per la formazione della giunta. Poi scatterebb­e la sospension­e dalle funzioni.

A parere di Donatella Ferranti (Pd), presidente della commission­e Giustizia della Camera, De Luca «per essere sospeso deve prima essere proclamato e insediato...Mentre è l’Autorità giudiziari­a che deve comunicare al prefetto gli estremi della condanna...». In altre parole, il presidente del Consiglio non potrebbe agire a tamburo battente per sospendere chi non è in regola con la legge Severino.

Di opposto parere l’avvocato Gianluigi Pellegrino — che a nome del Movimento per la difesa del cittadino ha promosso e vinto il ricorso davanti alle Sezioni unite della Cassazione per far spostare dal Tar al giudice ordinario la decisione sulla sospension­e degli amministra­tori locali condannati — che spiega: «La sospension­e deve essere immediata e in ogni caso il provvedime­nto del presidente del Consiglio deve essere fatto a ridosso della proclamazi­one degli eletti. Inoltre lo Statuto della Regione Campania prevede che il neo governator­e possa procedere alle nomine solo dopo lo svolgiment­o del primo consiglio regionale. Quindi un rinvio sarebbe una forzatura».

Dunque qual è la sorte di De Luca nel caso dovesse essere incoronato governator­e? Alla luce della sentenza delle Sezioni unite, la cui motivazion­e potrebbe arrivare già domani, ci sono due scenari principali: il giudice civile di Napoli (e non più il Tar), investito del ricorso, decide di sospenderl­o; oppure lo stesso giudice sospende gli effetti della legge Severino, rimettendo gli atti alla Consulta: in questo caso De Luca rimarrebbe al suo posto in attesa della Corte.

La decisione delle Cassazione è più pesante per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (condannato in primo grado ma reintegrat­o dal Tar Campania) che ora avrà 30 giorni di tempo per conoscere la decisione del giudice civile sul suo reintegro. Non si capisce invece che fine farà la questione di legittimit­à costituzio­nale sollevata dal Tar Campania (allora legittimat­o) partendo dal caso De Magistris. In ogni caso, La Corte Costituzio­nale dovrà esaminare la questione di legittimit­à costituzio­nale sulla legge Severino sollevata dalla corte d’Appello di Bari sul caso di un candidato pugliese.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy