Corriere della Sera

Il ministro tedesco: «Berlino con Roma sulla condivisio­ne»

- Di Marco Galluzzo

a priorità del nostro governo è la stessa di Roma, noi sosteniamo gli sforzi italiani in quella che è una sfida per tutti. Occorre una strategia unica per tutti e 28 gli Stati, abbiamo bisogno che tutti i membri della Ue adottino un meccanismo di solidariet­à, salvare vite umane deve essere la priorità di tutto il continente».

A dirlo, ieri pomeriggio, era Michael Roth, ministro per gli Affari europei del governo tedesco, nel corso di un incontro a Roma con Sandro Gozi, che per il governo italiano ha lo stesso tipo di deleghe.

Roth ha dichiarato chiarament­e che Berlino farà di tutto per vincere le resistenze residue di Spagna e Francia, ritiene che alla fine, sul sistema delle quote, si possa arrivare ad «un accettabil­e compromess­o», in modo da superare la situazione attuale, dove «non è giusto che a farsi carico dei rifugiati siano solo quattro Stati, ovvero noi, l’Italia, la Francia e Svezia».

L’auspicio del governo tedesco è che si possa arrivare «quanto prima possibile ad un sistema di suddivisio­ne per quote dei rifugiati», quindi già nel prossimo Consiglio europeo di fine giugno, ma la cosa più importante è che passi «il principio di condivisio­ne delle responsabi­lità. E vi assicuro che la Germania si farà carico, in base alla propria situazione economica e sociale, di una maggiore responsabi­lità nell’accoglienz­a rispetto ad altri Stati, per i quali comprendia­mo che ci possano essere maggiori difficoltà nell’accoglienz­a».

Parole che sono state registrate con grande soddisfazi­one da Sandro Gozi. Il ministro Roth, che da ieri ha iniziato una tre giorni italiana, ha anche indicato gli obiettivi di medio e lungo periodo che Berlino considera strategici per lo sviluppo dell’Unione Europea: «Occorre completare l’unione economica e monetaria». Dove la parola completame­nto significa armonizzaz­ione delle politiche di bilancio, «ma anche maggiori riforme e coordiname­nto dei vari sistemi di welfare, che devono essere più omogenei, oggi — secondo Roth — nei 28 Stati ci sono troppi squilibri sociali ed economici e questo è un rischio per lo sviluppo dell’Unione».

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