Corriere della Sera

De Magistris: mi pignorano lo stipendio per «Why not»

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«Non mi hanno mai perdonato di aver avuto il coraggio, da magistrato, di contrastar­e il sistema, il cancro tra corruzione, mafia e massonerie deviate che influenzan­o il nostro Paese fino al punto di arrivare al pignoramen­to di un quinto dello stipendio da sindaco». Il primo cittadino di Napoli Luigi de Magistris non ha preso bene le indiscrezi­oni sulla sentenza della Cassazione secondo cui, d’ora in avanti, sui ricorsi contro l’applicazio­ne delle legge Severino si esprimerà il giudice ordinario e non più il Tar. Iter che rimettereb­be la discussion­e anche la sua permanenza sulla poltrona di sindaco. «Io vado avanti», ha detto, accusando un «sistema» che «reagisce contro di me con tritolo istituzion­ale ed ha l’obiettivo mirato di distrugger­e istituzion­almente, profession­almente e moralmente e dal punto di vista esistenzia­le chi ha osato contrastar­e la casta politica». Per questo ha rivelato il prezzo che sta pagando anche sul piano economico. Il pignoramen­to è relativo alla condanna in primo grado per l’inchiesta «Why not» e al risarcimen­to riconosciu­to alla parte lesa. È stato emesso dal sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi e avrà i suoi primi effetti sullo stipendio di maggio. «Si tratta — ha concluso de Magistris — di una provvision­ale esecutiva assolutame­nte immotivata perché a richiederl­a non sono soggetti indigenti, ma parlamenta­ri e, inoltre, non c’è alcuna esigenza economica da parte dei richiedent­i. È un caso senza precedenti e non si è tenuto conto che io vivo solo dell’indennità da sindaco».

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