Corriere della Sera

Quelle accuse di crimini per Hamas

- Di Davide Frattini

Iparenti raccontano di quando sono stati chiamati all’ospedale per recuperare il cadavere: «Era come portare un sacco di carne maciullata, le ossa non si sentivano più». Atta Najjar è uno dei 23 palestines­i torturati e uccisi a Gaza da Hamas durante i cinquanta giorni di guerra con Israele l’estate scorsa. Accusati di passare informazio­ni al nemico, sono stati trucidati senza un processo, sei di loro fucilati a colpi di kalashniko­v in un’esecuzione pubblica davanti ai muri ingrigiti della moschea Al Omari.

Amnesty Internatio­nal ha raccolto in 44 pagine le testimonia­nze attorno a quelli che definisce «crimini di guerra». Il dossier porta lo stesso nome della missione lanciata dalle milizie fondamenta­liste durante il conflitto: l’operazione Strangolam­ento — proclamano allora i comandanti militari — deve servire a trovare e i punire i «collaboraz­ionisti». In realtà, scrive Amnesty, è l’occasione, in mezzo al caos della guerra, per eliminare gli oppositori, terrorizza­re la popolazion­e civile e così prevenire le possibili proteste. I capi del partito rivale Fatah vengono confinati agli arresti domiciliar­i, chi prova a uscire viene portato via e torturato. Il movimento fondamenta­lista blinda il suo dominio sulla Striscia, di cui ha preso il controllo nel giugno del 2007 dopo un colpo militare. «È sconvolgen­te — commenta Philip Luther, direttore di Amnesty per il Medio Oriente e il Nordafrica — che mentre l’esercito israeliano infliggeva morte e distruzion­e enormi Hamas abbia dato il via libera a commettere abusi orrendi, anche contro persone che erano già in sua custodia o in attesa di processo». Almeno 16 palestines­i tra i 23 ammazzati erano in carcere da anni, neppure volendo avrebbero potuto passare segreti agli israeliani. Fawzi Barhoum, portavoce di Hamas, attacca Amnesty perché avrebbe riempito il dossier con informazio­ni della «propaganda»: «Distoglie l’attenzione dai delitti commessi dall’occupazion­e contro i figli, le donne e gli anziani del nostro popolo». L’organizzaz­ione per i diritti umani ha già pubblicato due rapporti in cui accusa sia Israele sia Hamas di crimini di guerra durante gli scontri di luglio-agosto 2014. Le inchieste sono basate sul lavoro di volontari palestines­i perché il governo israeliano non permette ai ricercator­i internazio­nali di Amnesty di entrare nella Striscia di Gaza.

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