«Zona rossa» nel cuore di Padova contro la maxi adunata alcolica
Fuori auto e pedoni, cancelli a protezione di Prato della Valle
«Ma cosa è successo, c’è stato un attentato...? » chiede l’anonimo passante vedendo Prato della Valle deserta ma circondata da un cordone di polizia. Niente di tutto questo, per fortuna. È successo invece che per una sera e una notte è nata una «zona rossa» contro l’abuso di alcol e contro la festa che prometteva sballo per tutti: Prato della Valle, gioiello cinquecentesco, cuore e simbolo della città di Padova, è rimasta area proibita tanto ai pedoni quanto alle auto per ridurre ai minimi termini un «botellon», uno di quei raduni convocati via Facebook e che si traducono in colossali bevute tra migliaia di giovani. È stato un provvedimento senza precedenti quello adottato da Massimo Bitonci, leghista e sindaco di Padova che come accaduto in altre occasioni non ha usato mezzi termini nell’affrontare questioni che toccano la vita della sua comunità.
Non bastassero le ordinanze, non bastasse l’imponente schieramento di uomini in divisa chiamati a farle rispettare, nelle ore precedenti il «botellon» Bitonci ha incaricato gli operai comunali di installare grate e transenne a protezione dell’isola Memmia, il nucleo centrale di Prato della Valle, un complesso di canali d’acqua, ponti e statue. L’obiettivo era quello non solo di scoraggiare l’afflusso dei partecipanti alla festa (negli anni passati si era arrivati a contare oltre 7 mila giovani) ma addirittura azzerare la vendita di alcolici al di fuori dei bar e dei locali pubblici autorizzati.
Lungo l’anello più esterno della piazza è stato proibito il passaggio del traffico, in quello più interno addirittura l’accesso ai pedoni. Il tutto ha trasformato Prato della Valle in un fortino inaccessibile. Non sarà troppo? «Io sono il sindaco della città e come tale ho la responsabilità della salute dei cittadini e della tutela dei luoghi» mette in chiaro Bitonci. Che prosegue: «Non sono conun trario per principio al divertimento dei giovani, tutt’altro; a Padova chiunque è libero di farsi una birra o un bicchiere di vino ma nel rispetto della legge e regole della convivenze civile. Ma qui siamo di fronte a evento eccezionale che ha richiesto misure eccezionali».
Fatta la premessa di metodo, il primo cittadino chiarisce come si è arrivati alla blindatura della piazza: «Il “botellon” è un raduno che avviene al di fuori di ogni autorizzazione e di ogni regola. È nato attraverso il tam tam su Internet ma non è un innocente raduno di ragazzi. L’obiettivo finale è lo sballo, l’ubriacatura generale. In più dietro le chiamate spontanee c’è un vero e proprio business illegale come la vendita di alcolici al di fuori dei luoghi consentiti. E tutto questo in uno dei luoghi simbolo di Padova. Cosa succede se un tizio ubriaco casca in acqua? Chi paga se vengono danneggiate le statue, sporcata la piazza o buttata immondizia ovunque? Così, in accordo con la questura ho fissato dei limiti e delle regole e quelle intendo far rispettare, senza eccezioni».
Una questione di decoro urbano e ordine pubblico, insomma, prima ancora che di freno al consumo di alcol tra i giovani: problema che, visto al di fuori dei confini della città, ha proporzioni preoccupanti.
Il sindaco «L’evento è abusivo: cosa succede se un ubriaco casca in acqua o rompe una statua?» L’ordinanza Vietata la vendita di bevande fuori dei bar, decine gli uomini in divisa in piazza
Secondo l’Istat, nel 2013, il cosiddetto binge drinking, vale a dire l’abuso di alcol in compagnia, ha riguardato il 14,8% della popolazione compresa tra i 18 e i 24 anni.
Il risultato del cordone — anche fisico — srotolato attorno alla piazza, è stato che fino alla tarda serata di ieri non si sono palesate le migliaia di partecipanti al raduno alcolico, nè nella zona rossa era entrata una sola lattina di birra. Va detto che ieri a Padova, città che somma ai 210 mila abitanti altri 65 mila studenti fuori sede, non si trascorsa una serata propriamente quaresimale. «Botellon» a parte, nei locali del centro storico si è tentato di battere il record degli spritz serviti in una sola serata — l’anno scorso furono 3.700, si puntava al raddoppio — e un’altra festa era prevista nella zona dell’Ippodromo. Del resto il mercoledì è, per tradizione, la serata dedicata alle ore piccole dagli universitari.