Corriere della Sera

La mamma di Domenico: lo hanno spinto

Il giallo della morte in gita scolastica: «Non era il tipo da fare bravate»

- Cesare Giuzzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Lo hanno spinto giù». A quasi venti giorni dal volo di suo figlio Domenico dalla finestra del quinto piano dell’hotel Da Vinci, Antonia Comin racconta quello che forse ha pensato fin dal primo momento. Da quella chiamata, la mattina di domenica 10 maggio, nella quale i professori le avevano raccontato che suo figlio aveva avuto un incidente durante la gita a Milano. La madre del liceale si sfoga e dopo aver fatto inutili appelli ai compagni di classe per spingerli a raccontare tutta la verità su quella notte maledetta, ora azzarda l’ipotesi più terribile, che Domenico Maurantoni­o non sia caduto accidental­mente dalla finestra ma che qualcuno — tra gli amici e i compagni di classe presenti — possa averlo spinto nel vuoto.

Un sospetto che non sarebbe supportato in alcun modo dagli esiti di queste quasi tre settimane di indagini. Neppure dagli accertamen­ti disposti dal legale della famiglia: «Un’ipotesi, come tante altre ne sono state fatte», ha detto l’avvocato Eraldo Stefani.

In ogni caso le parole della madre di Domenico sono un colpo al cuore di un’inchiesta che resta avvolta in un silenzio quasi ossessivo degli inquirenti in attesa di nuovi esami e nuove ricostruzi­oni. «Visto il contesto della finestra da cui una persona, in qualunque condizione, non poteva cadere, l’unica ipotesi è che sia stato spinto giù», ha detto la madre davanti alle telecamere di NewsMedias­et. «Domenico non era tipo da farsi coinvolger­e in bravate con equilibris­mi su cornicioni o davanzali, men che meno al quinto piano — ha proseguito —. Sarebbe un altro comportame­nto anomalo che non è assolutame­nte in linea con il suo modo di essere. Io vedo un gesto veramente crudele, con un fine ben preciso. Purtroppo è così. Si tratta di capire chi ha messo in atto questo gesto e perché. Se è stato uno scherzo, non è stato uno scherzo ma un’azione mascherata da scherzo. Probabilme­nte l’intento era quello di colpire in modo definitivo o quanto meno con delle conseguenz­e gravissime e irreversib­ili».

L’atto di accusa dei genitori di Domenico arriva in una giornata nella quale gli investigat­ori milanesi hanno interrogat­o altri compagni di liceo del 19enne. Ma soprattutt­o nel giorno in cui la preside Maria Grazia Rubini è tornata a difendere i ragazzi del Nievo, che secondo gli inquirenti non avrebbero detto tutta la verità: «Sono vicini alla famiglia. Sono distrutti e affranti perché hanno perso un compagno e amico. Non sono i farabutti omertosi che qualcuno vuol dipingere».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy