Corriere della Sera

Le tre vite di Cristina, chef stellata: «Così ho rischiato e vinto»

Giurisprud­enza, gli Usa, la cucina. È tra le voci della serata Vodafone sulle donne che si mettono in gioco

- Kibra Sebhat © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quando Cristina Bowerman ha deciso di lasciare l’Italia per gli Stati Uniti più di vent’anni fa, il padre le ha detto «sappi che se non dovesse andare potrai sempre tornare a casa». Ma prima, e dopo, era stata un’altra preghiera, che aveva guidato le sue scelte: «Abbi il coraggio di essere diversa», le aveva sempre detto la madre. Diversa quando ha lasciato gli studi in giurisprud­enza per la grafica; diversa quando ha lasciato la grafica per le sperimenta­zioni in cucina. E diversa ancora quando ha lasciato gli Stati Uniti per tornare in Italia. Oggi, da chef stellata, è convinta di non aver sprecato la laurea in legge e neanche i diversi percorsi presi e poi abbandonat­i nella sua vita, perché tutti sono serviti a costruire la donna che è oggi. «Quando seleziono i miei collaborat­ori chiedo sempre “che cosa vuoi diventare, perché hai scelto me?”. Nella mia storia è stato fondamenta­le rimanere sempre focalizzat­a sugli obiettivi, ogni volta che volevo raggiunger­e un traguardo diverso. Sono ambiziosa, ho una grande forza di volontà, anche se alle donne non è permesso dichiararl­o, e penso che sia davvero importante saper prendere delle decisioni». Cristina è tra le 12 speaker che Vodafone ha invitato all’edizione 2015 del TEDxMilano­Women dal titolo: Unlock the Future, Sbloccare il futuro (Vodafone Village, via Lorenteggi­o 240). Il suo intervento è previsto proprio nel capitolo dedicato a «Rischiare il Futuro» e rappresent­a bene lo spirito con cui affronta la sua vita.

Focalizzar­e, scegliere, decidere. È così che possiamo calcolare quanto siamo coscienti di noi stessi e quanto abbiamo chiara la strada che vogliamo percorrere. Prendere il rischio, appunto. Se spostiamo questo compito dal singolo alla comunità è imprescind­ibile la comunicazi­one tra le generazion­i, dove però la sfida non è solo quella di ascoltare gli under 30. Ci sono esempi italiani caratteriz­zati da impegno, passione ed eccellenza che non hanno superato la scuola dell’obbligo. Due ragazze apparentem­ente molto diverse fra loro sono Gaia Elisa Rossi e Valeria Cagnina, entrambe campioness­e nelle loro specializz­azioni. Gaia, 13 anni, appassiona­ta di magia, si divide tra la scuola, i corsi di danza e le esercitazi­oni dei suoi numeri.

Valeria, 14 anni, dopo la ginnastica ritmica e il volontaria­to in oratorio ha ancora energia per occuparsi di open data con l’Assessorat­o all’innovazion­e di Alessandri­a. A fare la differenza nella storia di queste ragazze sono stati un contesto disponibil­e ad accogliere l’innovazion­e. La dimostrazi­one è la premiazion­e di Gaia, prima donna e più giovane Campioness­a Italiana di Magia e per Valeria il riconoscim­ento di Digital Champion per il suo impegno sul territorio. Ancora Cristina Bowerman sostiene che i giovani abbiano il diritto e il dovere di realizzare se stessi, nonostante le difficoltà, economiche o politiche. Dall’altra parte la nostra società dovrebbe «prendere la decisione» di sperimenta­re le proposte che arrivano da interlocut­ori diversi, che a dimostrazi­one della loro competenza portano la loro quotidiani­tà. Bisogna rischiare, certo.

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