Corriere della Sera

Il trasporto merci? Un camion su due arriva dall’Est

- Francesco Di Frischia

La delocalizz­azione selvaggia, il dumping dall’Est Europa e la perdita di 27 mila posti di lavoro tra il 2008 e il 2012: sono i principali problemi dell’autotraspo­rto in Italia emersi in un rapporto elaborato dalla Confcommer­cio che è stato presentato ieri. Tra le proposte lanciate «l’apertura di notte dell’alta velocità al trasporto merci, la creazione di un registro internazio­nale e lo sviluppo dell’intermodal­ità dei collegamen­ti terrestri da affiancare al potenziame­nto delle autostrade del mare».

La crisi del settore è tutta fotografat­a in alcuni dati della ricerca: nel 2013 la quota di merci su gomma che entrano in Italia appannaggi­o dei «nuovi trasportat­ori» dell’Est europeo (originari di Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia) ha superato il 47% rispetto solo al 7% del 2003. Per contro, lo studio fa vedere che nello stesso decennio la quota di mercato italiana è scesa dal 33 al 15%. Inoltre, sempre tra il 2003 e il 2013, i nostri autotraspo­rtatori hanno perso quasi due terzi delle merci, gli stranieri «tradiziona­li» il 50%, mentre quelli dell’Est hanno moltiplica­to per 5 il volume delle loro attività. Per Confcommer­cio questi fenomeni «non sono governati da irregolari­tà diffusa, abusivismo o mancato rispetto delle regole», ma sono il frutto di un «difettoso assetto concorrenz­iale». Comunque tra la crisi economica, la delocalizz­azione e il dumping c’è stata un’emorragia di ben 27 mila posti di lavoro dal 2008 al 2012. E le previsioni per il futuro non sono incoraggia­nti: nei prossimi 6 mesi si attende infatti un aumento dei ricavi solo l’1,8% da parte degli imprendito­ri dell’autotraspo­rto, contro il 10,1% dei componenti di tutte le imprese italiane. In particolar­e, sia per quest’anno che per il 2016 è previsto un aumento del traffico merci dell’1,6%.

Il presidente di Confcommer­cio, Carlo Sangalli, definisce come «tassa logistica» che il nostro Paese si vede costretto a pagare «la congestion­e e le inefficien­ze dei trasporti e della logistica, che hanno un costo dell’ordine di 11 miliardi l’anno». E una riduzione del 10% nei tempi e nei costi medi «determiner­ebbe un aumento di 7 decimi di punto di Pil». «Il nostro trasporto - commenta il presidente di Fai-Conftraspo­rto, Paolo Uggé - dimostra che l’Italia è in grave regresso e non è competitiv­o».

Inefficien­ze Sangalli: «Paghiamo le inefficien­ze di trasporti e logistica»

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