Il trasporto merci? Un camion su due arriva dall’Est
La delocalizzazione selvaggia, il dumping dall’Est Europa e la perdita di 27 mila posti di lavoro tra il 2008 e il 2012: sono i principali problemi dell’autotrasporto in Italia emersi in un rapporto elaborato dalla Confcommercio che è stato presentato ieri. Tra le proposte lanciate «l’apertura di notte dell’alta velocità al trasporto merci, la creazione di un registro internazionale e lo sviluppo dell’intermodalità dei collegamenti terrestri da affiancare al potenziamento delle autostrade del mare».
La crisi del settore è tutta fotografata in alcuni dati della ricerca: nel 2013 la quota di merci su gomma che entrano in Italia appannaggio dei «nuovi trasportatori» dell’Est europeo (originari di Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia) ha superato il 47% rispetto solo al 7% del 2003. Per contro, lo studio fa vedere che nello stesso decennio la quota di mercato italiana è scesa dal 33 al 15%. Inoltre, sempre tra il 2003 e il 2013, i nostri autotrasportatori hanno perso quasi due terzi delle merci, gli stranieri «tradizionali» il 50%, mentre quelli dell’Est hanno moltiplicato per 5 il volume delle loro attività. Per Confcommercio questi fenomeni «non sono governati da irregolarità diffusa, abusivismo o mancato rispetto delle regole», ma sono il frutto di un «difettoso assetto concorrenziale». Comunque tra la crisi economica, la delocalizzazione e il dumping c’è stata un’emorragia di ben 27 mila posti di lavoro dal 2008 al 2012. E le previsioni per il futuro non sono incoraggianti: nei prossimi 6 mesi si attende infatti un aumento dei ricavi solo l’1,8% da parte degli imprenditori dell’autotrasporto, contro il 10,1% dei componenti di tutte le imprese italiane. In particolare, sia per quest’anno che per il 2016 è previsto un aumento del traffico merci dell’1,6%.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, definisce come «tassa logistica» che il nostro Paese si vede costretto a pagare «la congestione e le inefficienze dei trasporti e della logistica, che hanno un costo dell’ordine di 11 miliardi l’anno». E una riduzione del 10% nei tempi e nei costi medi «determinerebbe un aumento di 7 decimi di punto di Pil». «Il nostro trasporto - commenta il presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggé - dimostra che l’Italia è in grave regresso e non è competitivo».
Inefficienze Sangalli: «Paghiamo le inefficienze di trasporti e logistica»