Siviglia forza quattro, l’Europa che conta è sua
Bacca stende il Dnipro e firma il poker di vittorie in Europa League. La Spagna avrà 5 squadre in Champions
Per fortuna che, ogni tanto, c’è una partita. Magari una come Dnipro-Siviglia, che consegna agli spagnoli l’Europa League e la qualificazione diretta alla prossima Champions. E che restituisce al calcio — massacrato ogni giorno da scandali, violenza e figuracce — la sua dignità di sport.
Finisce 3-2 ed è difficile scegliere la storia migliore tra quella triste e quella allegra. La storia del Dnipro, con i suoi problemi: quelli grandi come la guerra, che gli ha fatto giocare tutta la manifestazione a Kiev, e quelli solo calcistici come i debiti del pur ricchissimo patron Kolomoisky, che paga quando e chi vuole. Un’avventura europea che si è caricata di nazionalismo — Kolomoisky finanzia un paio di battaglioni militari e il Dnipro si è preso una multa dall’Uefa per uno striscione guerrafondaio nella semifinale contro il Napoli —, ma anche di solidarietà: per avere qualche tifoso in più allo stadio i giocatori si sono tassati per pagare i trasporti dall’Ucraina.
La storia del Siviglia, che adesso è l’unica squadra ad aver vinto per 4 volte questa competizione. È la seconda «doppietta» degli andalusi, che confermano il titolo vinto l’anno scorso, allo Juventus Stadium, contro il Benfica. Lo avevano già fatto nel 2006 e nel 2007. Saranno la quinta squadra spagnola nella prossima Champions.
Il primo tempo è adrenalina pura, con il Dnipro che, al contrario di quanto aveva fatto con il Napoli, se la gioca a viso aperto. Chirurgica l’azione del vantaggio: lancio di Fedetskiy a saltare il centrocampo e Kalinic prima fa la torre per servire Matheus e poi scatta a chiudere di testa in gol il cross del compagno. Il Siviglia, però, è una macchina da gol che, nella competizione, ha segnato il doppio degli avversari: 26 reti a 13. Così piazza un micidiale uno-due in 180 secondi con il polacco Krychowiak, a cui non sembra vero di segnare nel suo stadio nazionale e con il colombiano Bacca, servito alla perfezione in profondità da Reyes. Potrebbe finire lì e, invece, una punizione calibrata da Rotan porta al 2-2 proprio all’ultimo minuto del primo tempo. Nella ripresa è il Siviglia a
(Getty Images) fare la partita, con il Dnipro che ritorna a una difesa più serrata, ma senza rinunciare al contropiede. Il portiere Boyko, che stregò Higuain al San Paolo e a Kiev, se la cava ancora bene, ma non può prevedere che Kankava perda malamente un pallone a centrocampo e Vitolo inneschi ancora una volta Bacca in profondità. È il 3-2. È un altro colombiano che marca a fuoco la Coppa dopo Radamel Falcao.
Nella giornata degli scandali, il calcio ha avuto anche qualche storia bella da raccontare. Come questa finale e come quella, molto più piccola, della Coppa della Bosnia. L’ha vinta ieri l’Olimpik Sarajevo, una squadra nata nel 1993, in piena guerra, che ha preso il nome dall’ultimo momento di grande festa della città, i Giochi invernali del 1984. La squadra ha preso il nome e la mascotte olimpica, il lupo Vucko. L’anno prossimo farà anche lei l’Europa League...