Corriere della Sera

Il mondo di Landa l’amico più pericoloso «All’attacco con Aru»

Sfida a Contador in tre giorni di montagne

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Gaia Piccardi

«Landa? Prevedo un attacco anche oggi». È lassù, in cima ai 1168 metri del Monte Ologno, antipasto della grande abbuffata a Cervinia e Sestriere, che il pistolero si aspetta di essere affiancato dal puntino celeste con la faccia da bambino, da Vitoria (Paesi Baschi) con furore, il fratello di sangue chez Astana che ha oscurato l’astro Aru.

«Ormai abbiamo due capitani» si lascia scappare Dario Cataldo con sincerità: Mikel Landa secondo e Fabio Aru terzo nel Giro prenotato da Contador, due speranze da coltivare in appena 50’’ (+4’02’ lo spagnolo, +4’52’’ il sardo), la manovra a tenaglia che ha tre tappe per tentare il golpe. Adesso o mai più.

E pensare che quando al d.s. Martinelli arrivò la voce di un promettent­e ragazzino basco rimasto a piedi dopo la chiusura dell’Euskadi, Mikel studiava architettu­ra a Vitoria, dove ancora (p.tom.) Ma che ci fa Paolo Fallai, grande favorito per il Giro d’Italia che sta per partire, morto in una strada periferica di Roma, in un incidente misterioso con la sua bicicletta? Perché era solo e non come sarebbe più normale per un profession­ista, con l’ammiraglia al seguito o dei compagni accanto? Questo è un caso per il commissari­o-pugile Igor Attila e per la sua odiosa vice, Chiara Merlo. Questo è un romanzo di Paolo Foschi («Omicidio al Giro» edizioni e/o, 157 Landa (25 anni). Basco in tutto (dall’amore per la pelota alla passione per l’idiazabal), un po’ troppo telefonino-dipendente per i gusti di Slongo («Ogni tanto gli devo tirare le orecchie…»), Landa all’inizio è rimasto tramortito dai carichi di lavoro: «Pur andando forte aveva la tendenza a prendere le cose sottogamba e non aveva un metodo. Però abbiamo subito visto che ha un gran motore e che in salita ha i numeri. Nei test è vicino ai valori assoluti di Nibali…».

Solare, simpatico, si è subito fatto ben volere dalla squadra. In un gruppo di kazaki e italiani, divide la camera con il connaziona­le Luis Sanchez ma soprattutt­o, a sorpresa, tra Madonna di Campiglio e il Mortirolo, dove ha fatto il bis, ha strappato dal petto di Aru i galloni di capitano. «Quello che conta è che mi sto divertendo, nemmeno io pensavo di essere così forte e in due, con Fabio, sarà più bello dare battaglia a Contador sulle ultime montagne» dice lui serafico come se fosse ancora in rodaggio al Giro del Trentino, dove non credeva abbastanza in se stesso per fare bingo. «In vista del Giro d’Italia eravamo preoccupat­i — confessa Slongo —. A dicembre Mikel ha avuto un virus, una specie di mononucleo­si, che l’ha debilitato. Era sempre stanco, usciva solo per delle passeggiat­e in bici. Ha recuperato con un periodo in altura a Sierra Nevada».

Al Giro è esploso stupendo tutti, tranne Slongo e Martinelli. «Conoscevam­o le sue doti, è in condizione eccellente e non ha timori reverenzia­li nei confronti di Contador. Sul Mortirolo l’ho visto al livello di Alberto: se fossero arrivati insieme, avrebbe vinto Landa. Da qui alla fine non si accontente­rà del pagine, 14,50 euro) al quinto giallo a sfondo sportivo, dopo il fortunato esordio con «Delitto alle Olimpiadi» che gli è valso il 47° premio Coni nel 2013. A indagare nel mondo a volte torbido per davvero della bicicletta c’è anche un ex ciclista dopato diventato poliziotto («Il Farmacista»): il sospettato principale è l’avversario principale di Fallai, Claudio Mele, e anche l’allenatore Sandro Fioravanti non la racconta giusta. All’arrivo della prima tappa, a Sanremo proprio come secondo posto…». L’impression­e è che l’Astana deciderà la strategia al momento, puntando a far saltare il banco («Ma i quattro minuti di Contador sono un vantaggio importante») e a difendere il doppio podio. Con l’unico punto debole della crono (tutto il ritardo è stato accumulato a Valdobbiad­ene: «Bisognerà lavorarci tanto perché fa fatica») e il contratto in scadenza, ora Mikel Landa fa gola a molti. «Se andasse via mi dispiacere­bbe, però bisogna fare i conti anche con il budget».

Nato al Giro e cresciuto sulle montagne. È Landa il peggiore amico di Aru. nell’edizione di quest’anno (e non a caso Fallai si allenava per il Mortirolo), arriverà la soluzione del caso , in un libro coinvolgen­te e divertente, nei toni e nell’atmosfera, nonostante ci scappi il morto. Come è divertente il vezzo di Foschi di dare nomi degli amici ai protagonis­ti dei suoi libri. Un gioco di specchi, di rimandi (anche alla vicenda Pantani) portato avanti con grazia e felici intuizioni. Come un buon finisseur. Talento Mikel Landa, 25 anni, scalatore basco di Vitoria, ha vinto le tappe di Madonna di Campiglio e Aprica (LaPresse)

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