Corriere della Sera

Ruess canta da solo «Dopo i Grammy rischio senza i fun.»

Il leader del trio celebre per «We Are Young»

- Andrea Laffranchi

Fondare una band. Passare qualche anno nell’undergroun­d. Piazzare una hit da 300 milioni e passa di clic e vendere 2 milioni e mezzo di album. Vincere un paio di Grammy. E decidere che è meglio mollare tutto. Ovvero, la storia profession­ale di Nate Ruess. La band sono i fun., proprio così, con la minuscola e il punto. Dopo il successo di tre anni fa con il gruppo, Nate ora è pronto per il debutto solista, «Grand Romantic», che presenterà dal vivo il 5 giugno a Milano e che esce il 16.

« Non ci siamo separati » , hanno scritto qualche mese fa sulla loro pagina ufficiale di Facebook. Ma non si è mai vista una band che molla il colpo nel momento in cui è necessario fare il grande salto. «Non mi è mai piaciuto seguire la strada più facile, per me è più importante seguire il cuore. Mentre scrivevo le nuove canzoni mi rendeva felice sentire che ne ero l’unico responsabi­le, senza nasconderm­i dietro nessuno. Ero pronto per la sfida». Guarda al passato. «Sono orgoglioso di ciò che abbiamo raggiunto. Ma dopo 15 anni in varie band volevo esplorare da solo questo momento creativo». L’altro giorno, nel quartiere milanese della Bovisa, diversi residenti hanno visto (e postato sui social network) Fedez, J-Ax e Rocco Siffredi (nella foto solo Fedez e Siffredi) correre in mutande per strada. Il motivo di questa stranezza era in realtà la registrazi­one del videoclip del nuovo singolo di Fedez, «Non c’è due senza Trash». La corsa in slip era una scena del video (girato nel fine settimana anche in altre zone di Milano) che accompagne­rà il nuovo singolo di Fedez, il quarto estratto dall’album Alternativ­i Da sinistra, Andrew Dost, 32 anni, Nate Ruess (anche nella foto grande), 33, e Jack Antonoff, 31, membri dei fun., vincitori con «We Are Young» ai Grammy 2013

Già non deve essere facile trovare il coraggio di smontare il giocattolo che funziona. Figuriamoc­i andare a dirlo agli altri. «Abbiamo fatto cose che hanno funzionato bene e hanno fatto guadagnare soldi. All’improvviso quello che scrive le canzoni decide che non vuole tornare a fare le stesse cose. Logico che molte persone rimangano «Pop-hoolista», in uscita a metà giugno. Ma non è stato il solo fatto eccentrico di quei giorni di riprese. Dal momento che il brano ironizza su un certo tipo di television­e, Fedez ha anche postato su Twitter un suo autoscatto che lo ritraeva — truccato e con parrucca — intento a mandare un intenso bacino alla telecamera. Il rapper stava facendo il verso a Barbara D’Urso, come si è poi capito dal suo commento: «Un bacione dalla vostra Carmelita (che sarebbe poi il vero nome della conduttric­e, ndr.) ». deluse. Ma penso che anche molta gente si sia divertita, scusate il gioco di parole, nei fun. Ma si vive una volta sola ed è meglio seguire i propri sentimenti indipenden­temente dai soldi».

«Nothing Without Love» è la prima canzone a suo nome. «Grand Romantic» è il titolo del disco... «Per me vuol dire essere capaci di godere degli alti e bassi non solo dell’amore ma anche della vita. Ho imparato ad avere il sorriso in faccia ma so anche che tutto potrebbe andare via in un secondo».

Per lanciare la propria carriera solista, per iniziare a far circolare il nome, Nate e il suo staff hanno preparato la strada con cura. Il cantautore ha scritto e duettato con Pink («Just Give Me a Reason»), Eminem («Highlights») e Brian Wilson dei Beach Boys («Saturday Night»): «Pink ed Eminem hanno successo per quello che vogliono fare e che mettono in pratica, non per ciò che la gente si aspetta da loro. Wilson è un genio». E nel suo disco ci sono Josh Klinghoffe­r dei Red Hot Chili Peppers, Jeff Tweedy dei Wilco, Beck e, nei cori del singolo, Lykke Li.

Il ragazzo era senza un piano B. «Per me è sempre stato così: o la musica o nulla». Chissà i genitori... «Spero che non leggeranno mai questa intervista, ma loro erano quelli che ripetevano “cercati un lavoro, perché non ce la farai”. E da quando tutto è successo dicono “abbiamo creduto in te sin dall’inizio”», ride. E aggiunge: «Ma capisco le loro perplessit­à. Da ragazzino non scrivevo canzoni come “We Are Young”: ero punk rock. Comunque devo dire che non mi hanno mai ostacolato».

Insieme abbiamo guadagnato tanti soldi e molta gente si è divertita con i nostri brani Ma si vive una volta sola: meglio seguire i propri sentimenti

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