Futuro e letteratura, il vento è un festival
Un festival di letteratura che ospita specialisti di neuroscienze e premi Nobel per la chimica, in cui si parla di Gramsci così come di questioni economiche. La settima edizione del festival Leggendo Metropolitano, diretto da Saverio Gaeta, si svolgerà a Cagliari da domani a domenica 7 giugno, con il tema «Il Vento che aspettiamo»; e non per caso, a proposito dei venti che soffiano o non soffiano ancora, la manifestazione aprirà con l’incontro inaugurale «Riprendiamoci il presente. L’eredità di Antonio Gramsci» con il filosofo Diego Fusaro, al Bastione di Santa Croce (domani, alle ore 19).
I venti che soffiano sui quattro giorni del festival invece sono numerosi e vari: ad esempio, quello delle grandi migrazioni, viste qui al femminile con Francesca Paola Casimiro Gallo e Daniela Finocchi (il 5); il vento delle periferie con Hanif Kureishi (sabato alle 22) o quello di frontiera e dei confini letterari con Enrico VilaMatas (domani alle 21) o con Cristiano Cavina e Marco Missiroli (sabato alle 18.30).
Soffia anche l’aria nuova delle scoperte di chimica e medicina cosiddetta «personalizzata», e al festival ne parlerà il Nobel israeliano per la chimica Aaron Ciechanover; o la diffusione nel mondo dell’arte, delle produzioni video e della musica, e oltre, di figure come il prosumer, producer-consumer, come illustrerà l’economista Jeremy Rifkin (entrambi il 5). E si parlerà di neuroni e della questione della coscienza: l’argomento verrà affrontato dal neuroscienziato Martin Monti (venerdì 5), così come Andrea Moro affronterà problemi inerenti lo studio delle origini del linguaggio, domenica alle 18.
E così si torna a parlare di scritture: a proposito di modi del raccontare, Vinicio Capossela parla al pubblico di «Fole», fiabe, narrazioni e cantastorie domani sera (ore 22.30). Con Tommaso Pincio si discute sabato di relazioni e amicizie social, temi del suo nuovo romanzo Panorama (NNEditore), mentre si chiude domenica sera con il romanziere Patrick McGrath che indaga il suo ambito preferito, quello della follia, spiegando in una lectio l’assai poco folle, eppure imprevedibile, struttura di un romanzo.