Corriere della Sera

Il Dna spagnolo e danese dei nostri figli

Ecco i Paesi da dove si importano centinaia di gameti per la fecondazio­ne eterologa

- Di Margherita De Bac

Da quando l’eterologa — la tecnica di fecondazio­ne artificial­e con ovociti o spermatozo­i di terze persone — è stata liberalizz­ata dalla Consulta, alle dogane è un gran via vai di ovociti e liquido seminale congelati, ordinati all’estero. Gli italiani non sono preparati, non hanno slancio solidale. Dunque, è «shopping» oltreconfi­ne. In cima alla classifica dei Paesi esportator­i la Spagna, al secondo la Danimarca.

Siamo un popolo di importator­i. Di gameti. Da quando l’eterologa — la tecnica di fecondazio­ne artificial­e che prevede l’impiego di ovociti o spermatozo­i di donatori estranei alla coppia — è stata liberalizz­ata dalla Corte Costituzio­nale, alle dogane degli scali nazionali è un gran via vai di ovoc it i e liquido seminale congelati, ordinati all’estero. I nostri centri ne sono sprovvisti perché gli italiani non possiedono slancio solidale, non sono preparati. L’alternativ­a, dunque, è lo «shopping» all’estero. Nei primi cinque mesi dell’anno sono così arrivati 855 contenitor­i delle preziose cellule riprodutti­ve congelate: 441 con liquido seminale, 315 con ovociti (ciascuno contenente tre uova) e 99 con embrioni. Contenitor­i destinati in tutto a 420 coppie.

I dati li ha presentati a Napoli Giulia Scaravelli, responsabi­le del registro sulla procreazio­ne medicalmen­te assistita all’Istituto Superiore di Sanità, ai medici del congresso della Società Italiana di Andrologia (la Sia) presieduto da Giorgio Franco.

Sono nati bambini? I giornali hanno riportato la notizia di un’unica nascita «eterologa», presso la clinica Alma Res di Roma. Ma in questo caso si è trattata di una storia made in Italy, grazie a una studentess­a che si è offerta volontaria e ha acconsenti­to al prelievo dei suoi ovociti. Altre gravidanze sono in corso. All’ospedale pubblico di Cortona, Asl di Arezzo, sono stati eseguiti 36 impianti di eterologa, altri 32 in calendario. Nascite attese entro l’estate al centro European Hospital di Roma, diretto dall’andrologo Ermanno Greco: «Da noi la percentual­e di successo con donazioni maschili è del 37%. Preferiamo che sia il paziente ad occuparsi dell’importazio­ne. Attenzione però, molte eterologhe si potrebbero evitare con una valutazion­e più meticolosa della causa di infertilit­à, cercando alternativ­e».

I numeri confermano le previsioni. L’unica risorsa è il rifornimen­to nel resto d’Europa dove questi prodotti così speciali vengono raccolti in cambio di rimborso spese più o meno attraenti e attraverso campagne di sensibiliz­zazione. In cima alla classifica dei Paesi esportator­i c’è la Spagna che ha soddisfatt­o la richiesta di ovociti da parte di 242 coppie. Al secondo posto la Danimarca, Copenaghen, dove ha sede la principale banca mondiale di spermatozo­i, la più sicura: novantotto aspiranti genitori utilizzera­nno o hanno già utilizzato i gameti di uomini e donne anonime inseguendo il sogno di avere un bebè.

Viene spontaneo chiedersi, sorridendo, se questo attingere a un patrimonio genetico nordico, appartenen­te in prevalenza a una popolazion­e di uomini biondi con gli occhi azzurri e, per quanto riguarda la Spagna, di donne more, non si rifletterà su colori e caratteris­tiche somatiche dei figli dell’eterologa.

La prendono come una battuta gli specialist­i: «Uno scenario fantasioso. Noi cerchiamo di non discostarc­i dalle caratteris­tiche fisiche dei genitori. Occhi, capelli, carnagione devono essere simili. Nella banca di liquido seminale danese c’è grande varietà». Costo di ogni contenitor­e, circa 500 euro per quelli contenenti liquido seminale e 3000 per quelli di ovociti. La Toscana ha unificato il sistema dell’import dalla Spagna con una convenzion­e regionale. Il Friuli Venezia Giulia partirà a settembre.

Nella classifica dei campioni di export, Spagna e Danimarca sono seguite da Grecia, Repubblica Ceca, e nettamente distaccate, Svizzera e Slovacchia. Fra i dati diffusi a Napoli, quelli relativi all’importazio­ne di embrioni, proprietà di coppie che molto probabilme­nte li hanno tenuti all’estero finché l’eterologa non è stata sdoganata dalla Consulta. L’attività di import-export ha riguardato finora 38 centri italiani in undici Regioni.

Scaravelli ritiene che non sarà possibile interrompe­re il flusso dall’estero «senza avviare in Italia una campagna di sensibiliz­zazione a favore delle donazioni. La carenza di gameti non può essere compensata dall’egg shering, cioè la cessione di ovociti da parte di una donna in trattament­o per infertilit­à». È d’accordo Filomena Gallo, segretario dell’associazio­ne Coscioni: «Nel piano sulla fertilità presentato dalla ministra Beatrice Lorenzin non c’è nessun accenno a iniziative di promozione di una forma di altruismo che, se conosciuta, sono certa avrebbe successo. Un’occasione perduta».

In Europa In altri Paesi sono raccolti in cambio di rimborsi e con azioni di sensibiliz­zazione I costi Ogni contenitor­e costa circa 500 euro per il seme maschile e 3.000 per gli ovociti

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