Corriere della Sera

Il leader prepara il «rimpastino»

Amendola sarà viceminist­ro, possibile un sottosegre­tario all’Immigrazio­ne

- Di Maria Teresa Meli

Amendola viceminist­ro degli Esteri, poi altre due o tre mosse.

All’apparenza la situazione non è delle migliori per Matteo Renzi. Al Senato, in Commission­e, il governo è andato sotto sul parere di costituzio­nalità della riforma della scuola. A Roma, intanto, continua a infuriare la bufera di «Mafia Capitale».

Ma a Palazzo Chigi il premier ostenta una certa tranquilli­tà: «Era scontato che in quella Commission­e andasse a finire 10 a 10, ma non c’è problema, la legge può andare in Aula ugualmente. E lì i numeri saranno ben diversi». Con i suoi, il premier è esplicito: «Voglio vedere chi si assume la responsabi­lità di rinviare troppo quella legge e di lasciare centomila persone senza lavoro a settembre». Come a dire: la minoranza o i sindacati preferiran­no creare disoccupaz­ione pur di fare un dispetto a me?

Insomma, il premier è disponibil­e al dialogo, «ma non al mercantegg­iamento con la minoranza», spiega ai collaborat­ori, «perché questa riforma va fatta nell’interesse degli studenti, della scuola, del Paese, non può essere merce di scambio per qualcos’altro».

Anche la tempesta romana non scuote la fiducia di Renzi. Benché più d’uno tra i suoi sia convinto che tutto nasca solo per colpire il Pd e, di conseguenz­a, Renzi. Spiega un autorevole ministro del Partito democratic­o: «C’è un esercito di gente a cui Matteo ha pestato i piedi perché ha tolto dei privilegi, tra questi anche i magistrati. È un esercito che si sta muovendo contro di lui per rallentarl­o e condiziona­rlo, ma non ce la farà». Evidenteme­nte anche il premier deve essere convinto che questi tentativi di mettergli i bastoni tra le ruote saranno vani: «Fidatevi, sarà ancora lunga, ma la spunteremo», dice ai fedelissim­i.

E per confermare che la pensa così sul serio e che la sua non è solo un’ostentazio­ne di tranquilli­tà si è messo già a studiare i nuovi organigram­mi del gruppo della Camera e del partito e il rimpastino dell’esecutivo, perché, poi, «ragazzi, tocca avviare la fase 2 del governo e non abbiamo troppo tempo da perdere».

Dunque a presiedere i deputati andrà Ettore Rosato, che ha mostrato di essere utilissimo al premier. Lo affiancher­à come vice Matteo Mauri del Pd, in quota minoranza «buona», quella, per intendersi, che ha rotto con i bersaniani. Al partito intanto resterà Lorenzo Guerini. In autunno, con una conferenza organizzat­iva, verrà ridisegnat­o il nuovo Pd.

Al governo, una new entry della minoranza collaborat­iva: Enzo Amendola, attualment­e responsabi­le Esteri della segreteria del partito, prenderà l’incarico di viceminist­ro alla Farnesina. Insomma, chi nella minoranza si è comportato «rispettand­o quel vincolo di lealtà che è proprio di una comunità politica» e «senza il quale il Pd scompare» verrà premiato.

Ma nell’esecutivo ci sono altri due posti liberi. Quello di viceminist­ro allo Sviluppo economico, che era occupato da Claudio De Vincenti, attuale sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, e il dicastero degli Affari regionali. Il primo spetterà a Scelta civica, il secondo al Nuovo centrodest­ra. Non è escluso inoltre che Renzi nomini un sottosegre­tario ad hoc per l’Immigrazio­ne, un tema su cui ha deciso di contrastar­e il «nostro vero avversario, cioè Salvini».

Quanto alle presidenze delle Commission­i, che vanno rivotate a metà legislatur­a il premier sta pensando di attendere settembre, anche per vedere «i riposizion­amenti nei diversi schieramen­ti» (non solo nella sua minoranza, ma anche dentro Forza Italia). E poi? «E poi avanti di corsa con le altre riforme per avviare la fase 2 del governo. Andremo avanti con ancora più decisione senza farci fermare da nessuno perché l’Italia è come una bicicletta: funziona solo se corre sempre».

 ??  ?? Le anime Pd Lorenzo Guerini ieri alla Camera in mezzo ad Alessia Morani e Roberto Speranza. In alto si riconoscon­o, da destra, Gero Grassi e Marco Di Maio ( Benvegnù-Guaitoli)
Le anime Pd Lorenzo Guerini ieri alla Camera in mezzo ad Alessia Morani e Roberto Speranza. In alto si riconoscon­o, da destra, Gero Grassi e Marco Di Maio ( Benvegnù-Guaitoli)

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