Corriere della Sera

Casson: ne abbiamo accolti abbastanza E anche in Toscana i sindaci si sfilano

Scoppia il malessere nel Pd. Variati, primo cittadino di Vicenza: «Non vogliamo chi ruba»

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I ballottagg­i sono una brutta bestia. «Questa città ha già dato tanto, ma ora si rischiano tensioni sociali». A chiudere le porte non è un esponente leghista, ma Felice Casson, senatore del Pd, fiero esponente della minoranza di sinistra dei democratic­i, candidato sindaco di Venezia. Domenica si vota, l’esito è incerto, situazione da uno contro tutti, e ci sono pur sempre gli elettori moderati a fare da classico ago della bilancia.

Achille Variati non ha di questi problemi. Vicenza è «sua» da ormai otto anni, con un secondo mandato ottenuto nel luglio del 2013 quasi per acclamazio­ne, sfiorando il 55 per cento delle preferenze al primo turno. L’ex dirigente della Banca Cattolica del Veneto è un democristi­ano a 18 carati, che appena maggiorenn­e si iscrisse allo Scudo crociato arrivando poi al Pd tramite Margherite e affini. Un moderato, di buon cuore, che si definisce renziano non servile. Ancora un mese fa, ai tempi delle contestata manifestaz­ione del «barbaro» padovano Massimo Bitonci contro l’immigrazio­ne clandestin­a, si dissociava dall’iniziativa citando la lunga tradizione di accoglienz­a del Veneto, senza peraltro lesinare critiche a una gestione dell’emergenza immigrati che definiva «demenziale», lamentando l’assenza di qualunque progetto che non sia quello implicito di prendere i migranti e disperderl­i. Ieri ha sentito il bisogno di metterci un carico da undici, rivelando anche di non collaborar­e più sul tema con la prefettura, da almeno due anni. «Arriva chi lavora, via i delinquent­i, vanno distinte le mele buone dalle mele marce, lo Stato non può mandare gente che un mese dopo l’arrivo si mette a rubare, spacciare, rapinare le anziane delle collanine d’oro».

La ribellione sembra ancora lontana, perché entrambi i sindaci o aspiranti tali fanno netti distinguo. Ma sono quei toni, e quelle parole così simili all’immaginari­o

Il prefetto di Pisa Per trovare altri 300 posti letto ha lanciato un bando «a soggetti diversi dalle istituzion­i»

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