Juncker frena sulla nuova proposta di Atene
Il governo ellenico apre sull’Iva e sull’avanzo primario. Ma i creditori: non sono ancora misure credibili Il piano Ue resta sul tavolo del negoziato. Il vicepresidente Dombrovskis: la Grecia faccia meno tattica
Il presidente della Commissione europea JeanClaude Juncker lo aveva detto al G7: stiamo ancora aspettando le controproposte della Grecia. Ieri sono arrivate, ma non hanno convinto i creditori internazionali (Commissione Ue, Bce, Fmi), che le considerano «non credibili».
La Commissione Ue sta esaminando «con cura e diligenza» le proposte greche, aveva detto al mattino il portavoce Margaritis Schinas, specificando che sul tavolo della trattativa c’erano diversi testi, incluso quello presentato la scorsa settimana dai creditori internazionali al premier greco Alexis Tsipras nel corso della cena con Juncker e il numero uno dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Restano dunque i dubbi di Juncker. Per la Commissione Ue: «È possibile raggiungere un accordo a livello di staff che possa quindi essere elevato all’Eurogruppo — ha detto da Strasburgo il vicepresidente Vladis Dombrovskis — ma veramente occorre volontà politica, prima di tutto e soprattutto da parte greca. Quindi meno manovre tattiche e più lavoro sulla sostanza». Perché le proposte contenute nelle tre pagine inviate da Atene non convincono, i conti non tornano: devono ancora essere colanche mate divergenze sul tema del surplus primario, su pensioni e Iva anche se Tsipras ha aperto su alcuni punti (avanzo primario dello 0,75% nel 2015 e dell’1,75% nel 2016, contro l’1% per quest’anno e il 2% per il prossimo chiesto dai creditori; tre aliquote al 7%, 12% e 23% contro le due del Brussels Group). Ma ha chiesto di usare il fondo Stati Esm per ripagare 6,7 miliardi di bond alla Bce in scadenza a luglio ed agosto e di concedere alle banche elleniche di comprare più titoli di Stato greci a breve termine. Insomma, Atene nella trattativa vuole legare riforme e debito, punto su cui i creditori interna- zionali non sono d’accordo: prima l’intesa sulle riforme e poi si discute dei nuovi aiuti. L’insoddisfazione nei confronti dei «tatticismi» greci sembra essere arrivata a un livello tale che non viene confermato nemmeno ufficiosamente l’incontro di oggi a Bruxelles tra Tsipras, Juncker, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande a margine del summit Ue-Celac.
Un atteggiamento, quello greco, stigmatizzato anche dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il premier greco ieri in un’intervista al Corriere ha sottolineato il «problema» del debito italiano: «Mi dispiace che Tsipras dica questo — ha replicato Padoan — sono in totale disaccordo, pur essendo simpatetico con la situazione greca. Noi abbiamo girato rotta, stiamo facendo le riforme e le cose giuste, spero che tutti i Paesi lo facciano».