Corriere della Sera

«Ci sono assunzioni da fare Avanti in meno di 15 giorni»

Zanda: sì alla discussion­e, ma sulla scuola bisogna decidere in fretta

- Monica Guerzoni

«È stato solo uno sgradevoli­ssimo errore...». Il governo è stato battuto sulla scuola, ma il capogruppo del Pd Luigi Zanda non sembra troppo preoccupat­o: «Io sono tranquilli­ssimo».

L’incidente in commission­e Affari costituzio­nali non è la conferma che, al Senato, Renzi ha problemi di numeri?

«Come ai tempi di Prodi il governo ha numeri molto limitati in Aula e nelle commission­i abbiamo addirittur­a un solo voto di vantaggio. Incidenti come questi possono capitare. Se fosse stato uno scherzo contro il governo avrebbe avuto altre forme e un’altra pubblicità».

Non teme nemmeno gli scherzi della sua minoranza? Gotor e compagni hanno più di venti voti.

«No. E voglio fare l’elogio del gruppo del Senato, perché è vivace e di buona qualità».

Vale anche per i dissidenti come Tocci e Mineo?

«Vale per tutti. Ci sono dei temperamen­ti più marcati, ma io Le stime Prevediamo di assumere 100 mila precari e poi altri 60 mila nel 2016 per concorso

non posso dire ci siano malignità o posizioni preconcett­e».

Però il patto con la minoranza fino al 2018 non c’è.

«Siamo in una fase molto delicata. In direzione c’era da interpreta­re il risultato delle Regionali, tenendo conto di questa gravissima situazione della corruzione romana. Siamo tra l’altro in una fase complessa dell’Europa, sia nei rapporti con l’Africa settentrio­nale che con le regioni dell’Est e con il dilemma tra rigore e sviluppo».

Il Pd rischia di spaccarsi, o la tregua reggerà?

«Il sistema politico è in una situazione delicata, soprattutt­o nel centrodest­ra. Ne consegue una situazione di non equilibrio e frantumazi­one. I Cinquestel­le hanno perso 17 senatori e tre ne ha persi la Lega».

Renzi apre alla minoranza perché non ha i numeri?

«Mai, negli ultimi decenni, sono stati approvati così tanti provvedime­nti di qualità. Renzi dice “abbiamo i numeri per approvare scuola e riforma costituzio­nale, ma preferisco discutere ancora per arrivare a provvedime­nti largamente condivisi”».

Sul Senato la maggioranz­a è a rischio. Su Fassina Fassina lascia il Pd se non cambia la riforma? È un amico, ma dobbiamo farla per i ragazzi

«La riforma costituzio­nale è stata approvata da una maggioranz­a vasta, che comprendev­a una parte dell’opposizion­e. Dobbiamo fare il possibile perché anche la prossima lettura veda coinvolte tutte le opposizion­i. Compreso il M5S».

Bersani chiede, da tempo, di cambiare l’articolo 2.

«Dobbiamo far sparire il bicamerali­smo paritario, abolire Cnel e Province e riordinare il rapporto Stato-Regioni. Sul resto, si discute». Anche sull’elettività? « Se la composizio­ne verrà proposta, ne discuterem­o». Come cambierà la scuola? «Abbiamo fatto un grosso lavoro, che non è finito. Si è deciso che la valutazion­e dei presidi venga affidata a ispettori ministeria­li assunti per concorso. È stato accolto il limite di due trienni per l’incarico dei presidi e approfondi­to il tema della valutazion­e dei docenti. Abbiamo previsto premi per la profession­alità decisi dalla scuola e non solo dal preside, messo limiti ai bonus dei contributi privati...».

Quanti precari saranno assunti?

«Si prevede di assumerne centomila e altri 60 mila nel 2016 per concorso. Per un Paese in grandissim­e difficoltà economiche, aver finanziato in modo consistent­e scuola ed edilizia scolastica è uno sforzo molto grande e mi dispiace che questa volontà positiva non sia stata compresa».

Renzi ha dato altri quindici giorni per discutere...

«Non credo saranno necessari, penso ne servano meno. Le decisioni vanno prese in fretta, ci sono persone che aspettano le assunzioni e la scuola deve iniziare regolarmen­te alla fine dell’estate».

Se la riforma non cambia, Fassina lascia il Pd.

«Considero Fassina un amico, ma la riforma dobbiamo farla per i ragazzi e non per noi parlamenta­ri».

Renzi sta studiando un codice di disciplina interna?

«Si discute, poi si decide e si vota a maggioranz­a. Non conosco altri sistemi. L’aver evitato di dare una torsione disciplina­re al funzioname­nto del gruppo, non significa aver rinunciato a questo principio».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy