Ai ballottaggi con dem o FI: la realpolitik della base M5S
Dall’apertura sul nome pd a Venezia al possibile asse con gli azzurri in Sicilia. La svolta, frenata dai big
Pragmatismo. E un po’ di alchimia (politica). I Cinque Stelle guardano ai ballottaggi in programma domenica con un cambio di visione rispetto al passato. Il mantra è sempre il solito: «Nessuna alleanza». Così è e sarà nei fatti, ma a livello locale i pentastellati cominciano a sperimentare soluzioni diverse. Caso per caso, attivisti e candidati dispensano suggerimenti o tessono trame.
A scuotere l’orizzonte del Movimento è stato qualche giorno fa Ferdinando Imposimato — candidato dai Cinque Stelle al Quirinale — con un tweet per dare il proprio endorsement al candidato dem nel capoluogo veneto: «Amici M5S votate a Venezia Felice Casson che ha lottato contro corruzione, riforma Senato e legge elettorale».
Tutto qui? Macché. Anzi. In Sicilia Davide Solfato, candidato sindaco di Enna, terzo al primo turno con un lusinghiero 17%, ha detto pubblicamente che i pentastellati non staranno con l'esponente pd Vladimiro Crisafulli. E lunedì, a dare un segno dell’interesse per le sfide nell’isola, è volato in Sicilia Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera si è mostrato ottimista: «Speriamo di vincere il ballottaggio a Gela col nostro candidato Domenico Messinese, in modo da dare un bel segnale al governatore Crocetta». Possibile che i forzisti — al ballottaggio a Enna contro Crisafulli — ammicchino al M5S proprio a Gela.
Ma la tentazione della base resta lontana degli input nazionali. «Non appoggeremo nessuna lista», chiarisce Roberto Fico. «Le indicazioni di voto sono qualcosa di vecchio che fanno i partiti — dice il deputato campano, che nel direttorio si occupa dei meet up —, i cittadini votano con la loro testa e il loro voto non appartiene al Movimento». Fico prende le distanze anche dall’appoggio di Imposimato a Casson: «È una persona che stimiamo, che esprime una sua opinione. Ma non è la nostra posizione».
Che qualcosa piano piano si i Comuni capoluogo chiamati domenica al voto per il ballottaggio: Venezia, Mantova, Lecco, Rovigo, Arezzo, Macerata, Fermo, Chieti, Trani, Matera, Nuoro ed Enna muova nei territori si vede non solo in Sicilia o nel Veneto: in Alto Adige a Laives lunedì è stata siglata un’intesa «storica». Christian Bianchi, sindaco eletto con il centrodestra, si è impegnato in un incontro pubblico a sostenere la linea dei Cinque Stelle. Il Movimento voterà la fiducia alla nuova giunta: «Per la prima volta, il nostro programma viene adottato da un’altra forza politica», esultano i pantastellati altoatesini. Una strada che, però, a sentire Fico non sembra replicabile da altre parti: «Si tratta di una questione talmente locale che non la vedo sperimentabile altrove». superconsiglieri lavoreranno per Venezia attengono alle sfere di loro competenza: quindi l’imprenditoria e l’industria (Renzo Rosso), la cultura (Philippe Daverio), l’economia (Francesco Giavazzi), la Venezia digitale (Benedetta Arese Lucini). «In tema di sicurezza ribadisco — ha chiarito il senatore Pd — che dal primo giorno dopo l’elezione sarò a Venezia 24 ore su 24 e che mi terrò la delega. Va fatta ritornare nei quartieri la polizia municipale e subito 100 dei suoi dipendenti torneranno a prestare servizio sul territorio. Al contempo verranno adottate misure di coordinamento con le forze di polizia statali coinvolgendo il livello governativo italiano. A coordinare il tutto un esperto di anticrimine». Ma anche il centrodestra affila le armi e chiama in causa il presidente della Regione Luca Zaia per dare il suo sostegno al candidato sindaco: «Io non sono qui per parlare male di qualcuno — ha detto riferendosi a Casson — ma bene di Luigi Brugnaro e del lavoro che faremo per i veneziani e i veneti. Conosco la sua operatività e la sua onestà. Venezia ha bisogno di una scossa e con Brugnaro la scossa è qui». Secondo il riconfermato governatore leghista «Venezia per la prima volta è contendibile e possiamo vincere».