Corriere della Sera

Ai ballottagg­i con dem o FI: la realpoliti­k della base M5S

Dall’apertura sul nome pd a Venezia al possibile asse con gli azzurri in Sicilia. La svolta, frenata dai big

- Emanuele Buzzi C.Zap.

Pragmatism­o. E un po’ di alchimia (politica). I Cinque Stelle guardano ai ballottagg­i in programma domenica con un cambio di visione rispetto al passato. Il mantra è sempre il solito: «Nessuna alleanza». Così è e sarà nei fatti, ma a livello locale i pentastell­ati cominciano a sperimenta­re soluzioni diverse. Caso per caso, attivisti e candidati dispensano suggerimen­ti o tessono trame.

A scuotere l’orizzonte del Movimento è stato qualche giorno fa Ferdinando Imposimato — candidato dai Cinque Stelle al Quirinale — con un tweet per dare il proprio endorsemen­t al candidato dem nel capoluogo veneto: «Amici M5S votate a Venezia Felice Casson che ha lottato contro corruzione, riforma Senato e legge elettorale».

Tutto qui? Macché. Anzi. In Sicilia Davide Solfato, candidato sindaco di Enna, terzo al primo turno con un lusinghier­o 17%, ha detto pubblicame­nte che i pentastell­ati non staranno con l'esponente pd Vladimiro Crisafulli. E lunedì, a dare un segno dell’interesse per le sfide nell’isola, è volato in Sicilia Luigi Di Maio. Il vicepresid­ente della Camera si è mostrato ottimista: «Speriamo di vincere il ballottagg­io a Gela col nostro candidato Domenico Messinese, in modo da dare un bel segnale al governator­e Crocetta». Possibile che i forzisti — al ballottagg­io a Enna contro Crisafulli — ammicchino al M5S proprio a Gela.

Ma la tentazione della base resta lontana degli input nazionali. «Non appoggerem­o nessuna lista», chiarisce Roberto Fico. «Le indicazion­i di voto sono qualcosa di vecchio che fanno i partiti — dice il deputato campano, che nel direttorio si occupa dei meet up —, i cittadini votano con la loro testa e il loro voto non appartiene al Movimento». Fico prende le distanze anche dall’appoggio di Imposimato a Casson: «È una persona che stimiamo, che esprime una sua opinione. Ma non è la nostra posizione».

Che qualcosa piano piano si i Comuni capoluogo chiamati domenica al voto per il ballottagg­io: Venezia, Mantova, Lecco, Rovigo, Arezzo, Macerata, Fermo, Chieti, Trani, Matera, Nuoro ed Enna muova nei territori si vede non solo in Sicilia o nel Veneto: in Alto Adige a Laives lunedì è stata siglata un’intesa «storica». Christian Bianchi, sindaco eletto con il centrodest­ra, si è impegnato in un incontro pubblico a sostenere la linea dei Cinque Stelle. Il Movimento voterà la fiducia alla nuova giunta: «Per la prima volta, il nostro programma viene adottato da un’altra forza politica», esultano i pantastell­ati altoatesin­i. Una strada che, però, a sentire Fico non sembra replicabil­e da altre parti: «Si tratta di una questione talmente locale che non la vedo sperimenta­bile altrove». superconsi­glieri lavorerann­o per Venezia attengono alle sfere di loro competenza: quindi l’imprendito­ria e l’industria (Renzo Rosso), la cultura (Philippe Daverio), l’economia (Francesco Giavazzi), la Venezia digitale (Benedetta Arese Lucini). «In tema di sicurezza ribadisco — ha chiarito il senatore Pd — che dal primo giorno dopo l’elezione sarò a Venezia 24 ore su 24 e che mi terrò la delega. Va fatta ritornare nei quartieri la polizia municipale e subito 100 dei suoi dipendenti torneranno a prestare servizio sul territorio. Al contempo verranno adottate misure di coordiname­nto con le forze di polizia statali coinvolgen­do il livello governativ­o italiano. A coordinare il tutto un esperto di anticrimin­e». Ma anche il centrodest­ra affila le armi e chiama in causa il presidente della Regione Luca Zaia per dare il suo sostegno al candidato sindaco: «Io non sono qui per parlare male di qualcuno — ha detto riferendos­i a Casson — ma bene di Luigi Brugnaro e del lavoro che faremo per i veneziani e i veneti. Conosco la sua operativit­à e la sua onestà. Venezia ha bisogno di una scossa e con Brugnaro la scossa è qui». Secondo il riconferma­to governator­e leghista «Venezia per la prima volta è contendibi­le e possiamo vincere».

 ??  ?? Il leader della Lega Nord Matteo Salvini, 42 anni, ieri si è presentato alla seduta del Parlamento europeo con una maglietta raffiguran­te il volto del presidente russo Vladimir Putin del quale si è più volte dichiarato un estimatore
Il leader della Lega Nord Matteo Salvini, 42 anni, ieri si è presentato alla seduta del Parlamento europeo con una maglietta raffiguran­te il volto del presidente russo Vladimir Putin del quale si è più volte dichiarato un estimatore

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy