Vertice milanese Putin-Renzi Ma l’eco del G7 gela le aspettative
Oggi il leader russo in Italia. «Interlocutore anche per il Mediterraneo»
Sul vertice milanese tra Matteo Renzi e Vladimir Putin scende l’ombra fredda del G7. Il messaggio forte e polemico nei confronti di Mosca, uscito sotto la regia americana dalle Alpi bavaresi, fa del presidente del Consiglio il primo interlocutore occidentale a dover spiegare al leader del Cremlino le ragioni di una linea, non nuova ma sicuramente più assertiva e irrobustita rispetto anche solo a poche settimane fa.
La ragione di fondo della visita non cambia. Putin viene alla Giornata nazionale della Russia all’Expo, come aveva promesso in marzo a Matteo Renzi a Mosca, a conferma del «rapporto privilegiato» con l’Italia, di cui il leader russo ha parlato nell’intervista al Corriere. «Il viaggio del presidente Putin — dicono le fonti del Cremlino — servirà a rafforzare la cooperazione tra i due Paesi anche per ciò che riguarda le emergenze del Mediterraneo». Quindi, oltre che di rapporti economici e commerciali, pietra angolare per il nostro sistema-Paese, Renzi e Putin parleranno anche di Libia, dove il contributo di Mosca su vari aspetti della partita può essere decisivo, dalla lotta ai trafficanti di esseri umani alla stabilizzazione politica interna. La Russia per esempio potrebbe assumere un compito importante in un eventuale blocco navale, mirato a impedire le forniture d’armi all’Isis.
Ma i colloqui dell’Expo non potranno ignorare l’inasprimento dei toni emerso dal G7, quasi una definitiva perimetrazione occidentale di un’istituzione che ancora un anno e mezzo fa contava la Russia a pieno titolo fra i suoi membri. Il punto non sono solo o tanto l’Ucraina e le sanzioni, il cui rinnovo è ormai acquisito e su cui, fanno notare fonti diplomatiche italiane, «è inutile cercare di intravedere una spaccatura tra europei e americani, che nella prassi non esiste». Tanto più che anche gli Stati Uniti, attraverso il portavoce della Casa Bianca, hanno confermato di voler rimanere sul terreno diplomatico, rifiutando ogni ipotesi di forniture militari a Kiev.
Il nodo centrale è il rapporto complessivo di fondo con la Russia, che il cambio di passo registrato al G7 pone come tema agli occidentali. L’Italia, lo ha ribadito il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, insiste per conciliare fermezza e dialogo, piena solidarietà con gli alleati e determinazione a tenere aperto un canale con Mosca. È questo il complesso equilibrio che Matteo Renzi dovrà cercare nei colloqui con Putin, il quale non fa mistero di voler giocare la carta del «decoupling», della dissociazione tra Usa ed Europa, insinuando che Washington voglia evitare un eccessivo riavvicinamento tra Vecchio Continente e Russia.
Una sponda — lo spiegava ieri il nostro Massimo Franco — il presidente russo la troverà in Vaticano, dove oggi pomeriggio incontrerà papa Francesco. Il Pontefice non fa mistero di voler evitare una nuova Guerra fredda tra Occidente e Usa sull’Ucraina.
Corteo
Il presidente russo Vladimir Putin lo scorso maggio sulla Piazza Rossa durante il 70° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, che in Russia si chiama la «Grande Guerra Patriottica» (Reuters/ Alexei Druzhinin)
All’Expo Il presidente russo viene in occasione della Giornata nazionale della Russia all’Expo