Corriere della Sera

L’INTERVISTA

- Di Luigi Offeddu

Nell’intervista Putin dice di non volere un conflitto ma di essere pronto a un patto con l’Europa: «Abbiamo sempre proposto una relazione seria con l’Europa — dice Putin —. Ma ho l’impression­e che l’Europa stia tentando di stabilire con noi delle relazioni su basi materialis­tiche, e soltanto per il proprio tornaconto»

Presidente Martin Schulz, da ieri sera Vladimir Putin è in Italia, uno degli Stati fondatori dell’Unione Europea. Ma la tensione fra la Russia e la Ue non è mai stata così alta. Germania e Regno Unito ventilano sanzioni più forti «se necessario». Può il Parlamento europeo, che lei guida, aprire una nuova mediazione, e come?

«Non credo che ne abbiamo bisogno. Credo che abbiamo bisogno di attenerci alla cornice negoziale che già abbiamo: il processo di Minsk. La base per le relazioni fra noi e la Russia è la fiducia, e questa può essere ricostruit­a solo se i fatti seguono alle parole. Il Parlamento europeo non è direttamen­te coinvolto nella mediazione, e tuttavia la nostra posizione è chiara: finché un progresso tangibile, continuato e oggettivo non sia raggiunto, le sanzioni devono continuare. Inoltre, l’Europarlam­ento è fermamente convinto che l’Ue sarà un partner effettivo e credibile soltanto in quanto agirà unita».

«Non sono io l’aggressore», hah dettod PPutin l’altro giorno, parlando della crisi ucraina nella sua intervista al «Corriere». Ma un’aggression­e è in corso, e nel cuore dell’Europa. Chi ne è responsabi­le?

«Non è interesse di alcuno, ora, addentrars­i in uno scaricabar­ile senza sbocco. La Russia avrà sempre la sua versione dei fatti, ma l’annessione illegale della Crimea è davanti agli occhi di tutti, com’è chiaro che il tentativo di destabiliz­zare il Paese, da parte dei ribelli nell’Ucraina Orientale, non sarebbe riuscito senza il sostegno di Mosca».

Ma anche l’Ucraina e l’Ue possono aver avuto delle responsabi­lità?

«No, assolutame­nte. Tuttavia, l’Ue può aver commesso alcuni errori: prima del vertice di Vilnius sulla Partnershi­p Orientale nel novembre 2013, e subito dopo l’annessione della Crimea, quando ha chiarament­e mancato degli strumenti strategici e politici sufficient­i per rispondere a una sfida geopolitic­a maggiore. E in Ucraina, alcune scelte politiche subito dopo la rivoluzion­e di Maidan avrebbero potuto essere più meditate, più mirate a un programma inclusivo».

Il leader russo ha anche dichiarato al nostro giornale: «Abbiamo sempre proposto una relazione seria con l’Europa. Ma ho l’impression­e che l’Europa stia tentando di stabilire con noi delle relazioni su basi materialis­tiche, e soltanto per il proprio tornaconto»...

«È interessan­te, perché si potrebbe dire esattament­e la stessa cosa dell’approccio russo all’Ue. Io penso che il presidente Putin sia un fine conoscitor­e dell’Ue e delle politiche nazionali, e sappia bene quando gli convenga di più parlare all’Ue o piuttosto alle singole capitali. L’Europa ha sempre tenuto aperta la porta alla Russia, e sempre la terrà. Si ricordi che quando l’Ue propose per la prima volta la sua Politica europea del Vicinato, voleva includere in questa la Russia, ma la Russia rifiutò, giudicando che fosse poco convenient­e...».

L’Europa ha sempre tenuto e terrà sempre aperta la porta alla Russia Ma senza progressi tangibili, continuati e oggettivi le sanzioni devono proseguire

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 ??  ?? Sotto, la prima pagina del «Corriere della Sera» di sabato 6 giugno, con l’intervista esclusiva al presidente russo Vladimir Putin: il colloquio è stato ripreso dalla stampa internazio­nale
Sotto, la prima pagina del «Corriere della Sera» di sabato 6 giugno, con l’intervista esclusiva al presidente russo Vladimir Putin: il colloquio è stato ripreso dalla stampa internazio­nale
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