L’Europarlamento sulle famiglie: «Estendere i diritti a quelle gay»
La raccomandazione ai Paesi e alle istituzioni Ue approvata a maggioranza
L’Europarlamento continua la sua azione politica per il riconoscimento dei diritti fondamentali delle coppie gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Stavolta, in una lunga risoluzione non vincolante sulla parità di genere, ha incluso la richiesta ai governi di garantire l’eguaglianza alle famiglie formate da partner diversi dai tradizionali uomo e donna. L’approvazione dell’Assemblea di Strasburgo è avvenuta con 341 voti favorevoli, 281 contrari e 81 astenuti.
La maggioranza di eurodeputati ha invitato i governi Ue a considerare che «la composizione e la definizione delle famiglie si evolve nel tempo». Pertanto «raccomanda che le normative di ambito familiare e lavorativo siano rese più complete per quanto concerne le famiglie monoparentali e la genitorialità Lgbt». In pratica viene chiesto che i nuclei familiari con figli, formati da gay, lesbiche, bisex e transessuali, possano godere degli stessi diritti rispetto a quelli delle coppie tradizionali. La relatrice della risoluzione, la socialdemocratica tedesca Maria Noichl, ha indicato come obiettivo centrale «raggiungere le parità di genere in Europa».
Il testo approvato punta a contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale nel mercato del lavoro, nell’istruzione e nel processo decisionale. Azioni specifiche vengono sollecitate per rafforzare i diritti delle donne disabili, migranti, appartenenti a minoranze etniche, anziane, madri single, lesbiche, bisex, transessuali e intersex. Viene sollevato il problema dell’impoverimento provocato dalla crisi, che può sviluppare l’avviamento di donne alla prostituzione.
La risoluzione sull’eguaglianza di genere è stata promossa dalla solita maggioranza