Corriere della Sera

Fedez litiga in un locale e attacca i poliziotti: datemi i nomi

Milano, i testimoni: «Ha lanciato una bottiglia sullo specchio». Ragazza ferita. Denunciato per oltraggio

- Gianni Santucci

MILANO La ragazza esce dall’ospedale. Sette giorni di prognosi. Un taglio in testa. L’altra notte s’è ritrovata con la faccia piena di sangue. Qualcuno in discoteca ha lanciato una bottiglia, che ha spaccato uno specchio: un frammento di vetro è caduto e l’ha colpita. «Ha visto chi ha scagliato la bottiglia?», le chiede la polizia. «No». Ma una sua amica mette a verbale: «È stato Fedez». Prima denuncia (di parte). Reato: lesioni.

Nella mattinata, un altro ragazzo entra in questura, a Milano. Ricostruis­ce la lite che poche ore prima, lunedì notte, è finita in rissa nella discoteca Just Cavalli. Il ragazzo spiega: «Dal gruppo di Fedez ci hanno detto che ci saremmo visti fuori e che ce l’avrebbero fatta pagare». Firma la sua denuncia. Ed è la seconda. Reato ipotizzato: minacce.

Infine, c’è la relazione firmata dagli agenti dell’Ufficio prevenzion­e generale della polizia, che sono arrivati nella discoteca poco prima delle 5. In un passaggio, sono riportate due frasi: «Siete delle merde. Fate un lavoro di merda». A pronunciar­le sarebbe stato ancora lui, Fedez, il rapper, l’ex giudice di X Factor. È un altro reato: oltraggio a pubblico ufficiale. Terza denuncia.

Eccola, la movimentat­a notte milanese del rapper «Pop-hoolista». Conclusa con lo stesso Fedez che, sempre all’alba di ieri, entra proprio in questura per firmare, a sua volta, una denuncia contro la polizia: «Abuso di potere». Per mettere ordine, si può provare a capire quale sia stata l’origine della discussion­e. Gli agenti di polizia, guidati dalla dirigente Maria Josè Falcicchia, l’hanno ricostruit­a così: Just Cavalli, Fedez con amici da una parte, altro gruppo dall’altra. Questi ultimi si avvicinano al rapper per chiedere una foto, lui rifiuta (ne ha tutto il diritto), parte qualche offesa, «chi ti credi di essere». Fedez, nella sua denuncia, ha raccontato invece che un ragazzo senza maglietta si sarebbe avvicinato a lui urlando offese senza motivo («figlio di puttana»).

Scoppia la rissa, parte la bottiglia, interviene la sicurezza. La ricostruzi­one della polizia si basa su tre testimonia­nze «indipenden­ti», di due barman e un addetto alla security del locale. La storia potrebbe finire qui. Ma visto che c’è una ragazza col volto coperto di sangue, gli agenti devono raccoglier­e tutte le testimonia­nze per ricostruir­e l’accaduto. Secondo gli atti inviati in Procura, Fedez ha chiamato lui la polizia perché pretendeva di lasciare il Just Cavalli. Poi ha preso il telefonino per filmare le targhe delle auto e gli agenti: «Datemi i nomi». Le frasi dell’oltraggio sarebbero arrivate in questa fase. Che poi è finita nella denuncia del rapper.

Nel pomeriggio Fedez pubblica un post e un video sul suo profilo Facebook, per fornire la sua versione. Parte da un generale contesto di vittimismo: «Il personaggi­o che tentano di cucirmi addosso da mesi è molto lontano dalla realtà, ma purtroppo è Davide contro Golia». E ancora: «Ho un forte senso civico, non mi permettere­i di insultare gratuitame­nte un agente». I suoi fan credono al complotto e lo sommergono di messaggi di sostegno.

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Star Attivissim­o sui social, su Twitter è seguito da oltre 700 mila follower
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Il video Ieri su Facebook ha dato la sua versione della lite nel locale

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