La filiera dell’industria culturale mobilita 226,9 miliardi
Lo slogan proposto è suggestivo, «L’Italia deve fare l’Italia». Ovvero il passato che provvede al futuro. Vediamo in che modo. E partiamo dalle cifre, che sono sorprendenti.
Alle imprese del sistema produttivo culturale italiano (ovvero industrie culturali, industrie creative, performing arts e arti visive, attività legate alla gestione del patrimonio artistico e produzioni di beni e servizi a driver creativo) l’Italia deve una ricchezza complessiva di 78,6 miliardi di euro, ovvero il 5,4% di quella prodotta dal nostro Paese. Si arriva a quota 84 miliardi, quindi il 5,8% dell’economia nazionale, se si includono istituzioni culturali pubbliche e non profit. Ma, in termini economici, il valore trainante della cultura mostra tutte le sue potenzialità con l’effetto moltiplicatore pari a 1,67: ovvero per ogni euro tecnicamente «prodotto» dalla cultura, se ne attivano altri 1,67 in settori differenti. Quindi gli 84 miliardi di euro ne stimolano altri 143 per arrivare a una cifra complessiva e totale di 226,9 miliardi dell’intera filiera, che naturalmente ha nel turismo (con l’indotto alberghiero, la ristorazione, i beni di consumo collegati) il principale interlocutore di questo effetto volano.
Sono le cifre contenute nel rapporto annuale Io sono cultura, un vero e proprio annuario realizzato da Fondazione Symbola, presieduta da Ermete Realacci, in collaborazione con Unioncamere, presieduta da Ferruccio Dardanello. Nell’annuario non appaiono solo i settori tradizionalmente visti come protagonisti del settore culturale (quindi musei, gallerie, festival, beni culturali, letteratura, cinema, performing arts) ma anche le industrie creative in senso lato, il made in Italy, il design, l’architettura, la comunicazione. Cioè quel vasto comparto che affonda le proprie radici nella cultura e nella stessa creatività legata all’ingegno italiano (per esempio la produzione creative-driven composta da manifattura evoluta).
Come si legge nella premessa al rapporto (che sarà presentato domani, giovedì 11, alle 10.30 al ministero dei Beni culturali alla presenza del ministro Dario Franceschini) è il ritratto di un’Italia che punta sulla cultura e sulla creatività per rinforzare le manifatture, come già accade in Gran Bretagna, Germania, Giappone e Corea. Come spiega il presidente
Unioncamere, presieduta da Ferruccio Dardanello, è l’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Fondata nel 1901 è l’ente pubblico che unisce e rappresenta il nostro sistema camerale