Le nostalgie di Taylor: sfido la velocità del pop
Il chitarrista torna con un nuovo disco di canzoni inedite «Vengo dal tempo in cui i bimbi erano annoiati e creativi»
La seratonina, lo sport, la prigionia dell’ego, Noam Chomsky, l’ossido di carbonio, James Lovelock, la teoria di Gaia, la biosfera come coscienza. Perché gli esseri umani sono su questo pianeta? Un’intervista con James Taylor è un’esplorazione di un’infinità di temi.
Dietro gli occhiali lo sguardo si anima mentre pesca tra impressioni, preoccupazioni, ricordi. Il cappello e il gilet gli danno l’aria di un intellettuale di campagna, ma le mani sono quelle di un chitarrista incallito. 67 anni, 18 album, cinque premi Grammy, Taylor si ripropone con un disco di brani inediti, « Before this world » , un’opera che vede la partecipazione di artisti come Sting e il violoncellista Yo-Yo Ma.
È uno stacanovista: scoperto e spalleggiato negli Anni 60 da George Harrison e Paul McCartney, Taylor ha trascorso 40 settimane dello scorso anno in Un tempo erano il simbolo dell’anarchia e della lotta al consumismo, del punk e di un’Inghilterra che non c’è più. Ora i Sex Pistols (foto) si sono arresi alla globalizzazione economica, prestando la propria immagine alla banca Virgin Money di Richard Branson che gli intitolerà una linea di carte di credito. Verranno usate copertine e immagini simbolo, che richiameranno appunto le correnti anarchiche della fine degli Anni 70 e l’immaginario che circondava il famosissimo gruppo. La banca ha spiegato l’iniziativa con uno slogan: «È giunto il tempo per i consumatori di mettere tournée, eppure era da 12 anni che non regalava al pubblico materiale nuovo. Perché? «La gente mi conosce soprattutto per i vecchi successi», racconta con modestia. «Sarebbe inutile presentare troppe canzoni nuove». La verità, aggiunge , è che scrive «lentamente» e la ragione è ovvia: ogni cosa che scrive è pensata. La sua musica è l’antidoto a un pop che si apprezza facilmente e si dimentica con uguale solerzia.
«Dovrei ascoltare di più ciò che esce di questi tempi. La mia impressione è che siano tutti frammenti delle nostre esperienze, messaggi che riconosciamo e che non ci dicono nulla di nuovo. Sono il prodotto di una società dove è tutto più breve e più veloce».
Lui, spiega, arriva da un altro mondo, uno in cui «i bambini avevano il tempo di annoiarsi e annoiandosi potevano permettersi pensieri lunghi e complessi » . « Avevo dieci anni quando la tv è giunta in casa nostra», ricorda. Ecco, dunque, il titolo dell’album. «Un doppio significato: vengo da un mondo prima di questo e mi presento. Il disco segna la transizione un po’ di ribellione nelle loro tasche». Il direttore del settore credito, Michele Greene, ha aggiunto che «i Sex Pistols hanno sfidato le convenzioni e l’omologazione, così come noi stiamo facendo con il nostro tentativo di scuotere il sistema bancario britannico». Nessun commento dalla band, la cui storia è durata solo tre anni ma ha cambiato direzione al mondo della musica. Di certo si sa che su un tipo di carta di credito comparirà la parola «bollocks», parolaccia che indica i testicoli ma che viene usata soprattutto per screditare il pensiero di qualcun altro. Sul palco James Taylor, 67 anni, americano, è stato uno dei cantautori più celebrati negli Anni 70 dalla sfera privata, in cui scrivi, a quella pubblica » . Taylor piace ai suoi coetanei, ma anche ai giovanissimi: è adorato ad esempio da Taylor Swift, che a lui deve il nome e che ha chiesto e ottenuto di duettare con lui. Qual è il segreto di un fascino tanto duraturo? «Non faccio spettacolo, faccio musica. Suonare dal vivo vuole dire comunicare in modo spirituale con il pubblico, condividere
Senza età «Piaccio ai giovanissimi perché faccio musica e non spettacolo». Taylor Swift deve a lui il nome
un momento di magia». L’ha captato particolarmente subito dopo gli attacchi alle Torri Gemelle. «Ero in tour. Ho sentito dal pubblico che c’era bisogno di comunicare e che la musica poteva aiutare».
È la musica, d’altronde, ad averlo salvato. La sua storia è fatta anche di abuso di sostanze e di tentati suicidi.
Oggi la sua droga è lo sport. «Se non vado in palestra mi sento giù. Siamo troppo sedentari. Non siamo fatti per stare fermi. So per certo che il mio ottimismo sul futuro varia a seconda di quanto movimento faccio».