Gamberale e l’archiviazione di Bruti Liberati sul caso Sea
Ho letto, sul Corriere dell’8 giugno l’articolo di Luigi Ferrarella che riportava e commentava la sentenza del Gup di Brescia, a proposito della nota vertenza insorta all’interno della Procura di Milano. Ritengo che l’articolo, nella sua globale struttura, abbia finito col fornire al lettore una visione fuorviante delle vicende che incidentalmente mi riguardano, o meglio della vicenda che mi ha riguardato. Infatti il redattore si è limitato ad esporre i fatti così come noti o come rappresentati a quel Tribunale, e non come, su di me, processualmente emersi ed a lui ben noti. Non entro, ovviamente, nella questione relativa ai rapporti tra il dr. Robledo ed il dr. Bruti, che non ho mai conosciuto. M’interessa però evidenziare, e ricordare, che il protrarsi delle indagini preliminari relative alla cessione delle quote Sea ha nuociuto, anzitutto, al sottoscritto. Infatti avevo ripetutamente sollecitato, e con tempestività, tanto la Procura di Firenze che quella di Milano, a prendere in esame la vicenda e assumere le relative determinazioni, mettendomi a loro completa e totale disposizione. E di tutto questo c’è ampia documentazione nel mio fascicolo che, ripeto, Ferrarella ben conosce. Ho trovato inoltre quanto meno discutibile che abbia relegato, a fine articolo, e tra parentesi (peraltro con un aggettivo improprio rispetto ai fatti processualmente ricostruiti e acclarati) l’inequivocabile e univoco esito del procedimento. Infatti, prima il giudice dell’Udienza preliminare di Milano e poi la Cassazione, a seguito del ricorso presentato dal Pubblico ministero, hanno nettamente e fermamente escluso che l’accusa avesse la benché minima possibilità di essere provata in un eventuale dibattimento. Una circostanza che mi sembra tutt’altro che marginale nel contesto della rappresentazione data, atta più a far rivivere una suggestione irreale. Colgo l’occasione per sottolineare come, da Ferrarella, mi sarei atteso analoga dettagliata «cronaca» sulla sentenza del gup di Milano a conclusione della indagine preliminare condotta dal pm dr. Robledo sul tema che mi ha riguardato. Altrettanto per quanto riguarda la sentenza della Cassazione dopo l’eccentrico ricorso dello stesso pm. Altrimenti tutta la cronaca giudiziaria di Ferrarella appare più da «tifoso» di quel pm che da cronista interessato a una informazione democratica e civile.
Vito Gamberale, Milano Temo che «da tifoso» (comprensibilmente di se stesso) sia invece la modalità di lettura di Gamberale, la cui attenzione, piuttosto che al cronista, forse sarebbe più fruttuosamente indirizzata alle pagine 4/6 del decreto di archiviazione del gup di Brescia e 28/40 della richiesta di archiviazione dei pm. In particolare pagina 38, dove viene ritenuto «accertato» che, «a seguito della prima assegnazione» del fascicolo «in violazione dei criteri organizzativi» da parte del procuratore di Milano, nell’ottobre 2011 «veniva perso tempo prezioso senza che fossero svolte o delegate indagini»; e che la successiva «deplorevole dimenticanza» del fascicolo per tre mesi nella cassaforte del procuratore «faceva sì che il fondo F2i di Gamberale partecipasse indisturbato, quale unico concorrente, alla gara d’asta del 16 dicembre 2011, aggiudicandosi le quote Sea cedute dal Comune di Milano versando un solo euro in più rispetto al prezzo base d’asta. Tale evento rappresenta certamente un vantaggio patrimoniale per la F2i di Gamberale e allo stesso tempo un danno per il Comune di Milano» .
Luigi Ferrarella