Argentina e Brasile in pole per la vittoria L’oro in Copa
Si sono presi la Champions, si sono portati via il pallone e adesso sono pronti al duello più atteso — e mai arrivato — un anno fa al Mondiale. Messi e Neymar riaccendono la loro terra nella Copa America, che scatta all’1.30 di notte di venerdì con Cile-Ecuador. Il torneo per nazionali più antico al mondo è piccolo (12 squadre al via) e ricco: in pratica, una boutique d’alta scuola. Una vetrina di lusso, per gli amanti delle grandi rivincite, degli outsider di spessore — campione uscente è l’Uruguay, il Cile gioca in casa e sogna —, dei tatuaggi più o meno trucidi e naturalmente del mercato, con le sue novità e le sue certezze.
Secondo le elaborazioni diffuse dall’Osservatorio del calcio (Cies), metà dei dieci giocatori più cari del mondo batte bandiera sudamericana e il sesto (Diego Costa del Chelsea) è brasiliano, ma ha scelto la Spagna. E se è vero che Messi (280 milioni la valutazione del Cies) in questo momento vale più del doppio di Cristiano Ronaldo (125), anche Neymar (98), Aguero (86), Alexis Sanchez (74) e James Rodriguez (68) brillano nella top ten. L’altra metà del cielo calcistico, quella europea, è rappresentata anche dal talento esplosivo di Hazard (148), da quello di Sterling (81), di Pogba (77) e appunto dal transfuga Costa (76).
Appena fuori c’è Luis Suarez (66) che in Copa America non ci sarà per la lunga squalifica (9 partite) seguita al morso mondiale a Chiellini. Luisito la sua rivincita se l’è presa a Berlino segnando il gol che ha azzannato la Juve. Leo e Ney invece vogliono completare l’opera: l’Argentina non vince il trofeo continentale dal 1993 con Batistuta e Simeone. La squadra allenata da Tata Martino è vicecampione del mondo ed è la grande favorita in un torneo dove i tecnici argentini sono 6 su 12. Assieme alla Pulce ci sono Tevez — che è atteso in campo, ma anche nelle decisioni sul suo futuro, lontano o meno da Torino —, Lavezzi, Aguero, Di Maria e Higuain: se ci saranno problemi, saranno di abbondanza e convivenza.
Il nuovo Brasile di Carlos Dunga prova a capire se la rivoluzione post dramma (il 7-1 coi tedeschi) promette bene: i reduci sono solo 6, compresi Neymar e Thiago Silva che non erano in campo. Le nuove speranze si chiamano Coutinho, l’ex interista che ha trovato una buona dimensione a Liverpool,
La sfida stellare tra Messi e Neymar nella boutique più ricca e antica
Casemiro del Porto e Firmino, trequartista dell’Hoffenheim.
Le altre però non hanno voglia di aspettare. Il Cile di Vidal vuole stupire davanti al suo pubblico, con la squadra più forte della sua storia, che al Mondiale si è fermata alla traversa di Pinilla col Brasile: tra gli attaccanti incuriosisce Henriquez, 21 anni e 20 gol in 37 partite a Zagabria.
Un anno fa la Colombia di James Rodriguez e Jackson Martinez (sogno del Milan) era stata la sorpresa. Ma mancava Falcao, che reduce da un’annata tormentata a Manchester è una delle punte più attese, assieme al compagno Bacca, l’ex pescatore che vinto l’Europa League e piace alle grandi squadre. L’Uruguay di Cavani vuole scoprire se Rolan del Bordeaux (16 reti in 38 gare) è già l’erede di Suarez e se De Arrascaeta (Cruzeiro) è davvero il futuro del centrocampo .
La Colombia esibisce anche i suoi difensori, Murillo e Balanta su tutti. Il piccolo Perù mette in mostra il difensore Zambrano (Eintracht) e l’attaccante Carrillo (Sporting Lisbona). In fondo, se i pezzi pregiati sono inarrivabili, bisogna frugare nello scatolone delle occasioni.