Corriere della Sera

«Data fissa per Pasqua»

- Gian Guido Vecchi

La Pasqua «nello stesso giorno a Roma, Costantino­poli e Mosca»: il Papa ( nella foto con il patriarca Bartolomeo I di Costantino­poli a Istanbul il 29 novembre 2014) ha confermato la disponibil­ità della Chiesa cattolica a ragionare sulla data della ricorrenza per giungere a un’unica celebrazio­ne con la Chiesa ortodossa.

«Allora, un cattolico e un ortodosso si incontrano e si chiedono: ma il tuo Cristo è risorto?». La data della Pasqua diversa fra i cristiani è un insensatez­za che Francesco non può sopportare. Tanto anche a San Giovanni in Laterano, ieri pomeriggio, ha spiegato che la Chiesa Cattolica «è disposta a rinunciare» al suo metodo di calcolo — la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera — in modo da trovare assieme «una data fissa per celebrare la Resurrezio­ne nello stesso giorno a Roma, Costantino­poli e Mosca», una domenica comune con il mondo ortodosso. Una disponibil­ità che c’è «dai tempi di Paolo VI», ha precisato.

Il confronto sulla data, complicato dalla differenza dei calendari, è del resto già avviato da tempo: si parla della terza domenica di aprile, si è fatta pure l’ipotesi del meridiano di Gerusalemm­e come riferiment­o. Ci sono contatti con i patriarchi Bartolomeo (Costantino­poli) e Kirill (Mosca) e con il copto Tawadros.

La Pasqua è il giorno più importante dei cristiani e Francesco vuole che la Chiesa respiri «a due polmoni», Occidente e Oriente. Nel giorno dell’elezione, Bergoglio fece capire subito che il rapporto con gli ortodossi sarebbe stato una priorità assoluta. Alla Loggia delle Benedizion­i si presentò come vescovo della Chiesa di Roma «che presiede nella carità tutte le Chiese»: una citazione di Sant’Ignazio di Antiochia, Padre della Chiesa indivisa dell’inizio del II secolo, un messaggio a tutto il mondo ortodosso.

Così è la terza volta che Francesco affronta la faccenda della Pasqua. Ne parlò ai giornalist­i nel volo in ritorno dalla Terra Santa, il 26 maggio 2014: «È un po’ ridicolo: “Il mio Cristo è resuscitat­o la settimana scorsa, il tuo?”». Spiegò di averne parlato con il Patriarca di Costantino­poli Bartolomeo, «forse nel Concilio panortodos­so (del 2016, ndr ) si farà qualcosa».

Raccontava di quello che il patriarca Atenagora aveva detto a Paolo VI: «Tutti i teologi li mettiamo in un’isola, che discutano tra di loro, e noi camminiamo nella vita, assieme!». La data della Pasqua come segno di unità, ha ripetuto il 30 novembre di ritorno da Istanbul: «Si discute dal tempo di Paolo VI. E non ci mettiamo d’accordo! A farla nella data della prima luna dopo il 14 Nisan, con gli anni vai avanti e c’è il rischio — per i nostri pronipoti — che la si celebri ad agosto!». Francesco ne ha parlato anche con Tawadros, il 10 maggio: la proposta di un accordo, spiegava il «Papa copto», è all’esame della Commission­e mista per il dialogo tra la Chiesa Cattolica e le Chiese orientali.

Parlando a lungo ad oltre mille sacerdoti, Bergoglio ieri ha ripetuto: «La Chiesa è donna! Non è femminismo osservare che Maria è molto più importante degli apostoli!». Tra l’altro, ha confermato il viaggio di novembre in Uganda, Repubblica centrafric­ana e «forse» in Kenia. E ha parlato dell’Asia come « futuro » della Chiesa, di contro alle «decadenza» occidental­e del «consumismo e dell’edonismo»: «Si potrebbe dire: ex Oriente lux, ex Occidente luxus! ». In piazza Papa Francesco celebra la messa in piazza San Pietro, il giorno di Pasqua del 2015

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