Italia-America Latina La via dello sviluppo passa per il Messico
Renzi: «Basta ideologie, lavoriamo alla crescita»
«E’ finito il tempo delle ideologie. Oggi abbiamo bisogno di ideali, per combattere fame e povertà con la crescita economica». Alla VII Conferenza Italia-America Latina, che si è aperta ieri a Milano, il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha risposto così, indirettamente, al rifiuto del presidente boliviano Evo Morales che, intervistato dal Corriere, aveva ribadito il suo «no» a un trattato di libero commercio con l’Unione europea.
Citando Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci, ma anche la «forza delle idee» che ha trovato casa ad Expo 2015, Renzi ha spronato i capi di Stato e i ministri degli Esteri latinoamericani presenti a «camminare insieme» verso il futuro. E pur riconoscendo «esperienze negative» nel passato, ha concluso che «nel mondo senza frontiere di oggi, le identità e le radici non sono un ostacolo alla globalizzazione ma una opportunità». Lanciando così forse un messaggio anche al governatore lombardo Roberto Maroni, seduto accanto a lui.
Opportunità che l’Italia pare non abbia più alcuna voglia di lasciarsi sfuggire. In nome anche di quei milioni di migranti che nel secolo scorso partirono alla volta del «nuovo continente» in cerca di fortuna e che ieri hanno ricordato un po’ tutti. Gli ambiti di collaborazione possibile sono innumerevoli, dalla lotta al crimine organizzato alle energie rinnovabili, come ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Dai presidenti di Colombia e Honduras ai ministri degli Esteri di Brasile e Argentina, passando anche dai più piccoli ma non meno ambiziosi Stati del Centro-america, l’invito a rafforzare interscambi commerciali e investimenti diretti è stato praticamente unanime. E se Renzi spinge perché l’Italia diventi «punto di riferimento nella cultura e nella tecnologia», sottolineando le «eccellenze
Folklore Modelle vestite con abiti tradizionali boliviani all’Expo di Milano dove oggi proseguono i lavori della Conferenza di alcune università milanesi», gli studi e le statistiche spianano la strada alle piccole e medie imprese in quasi tutti i settori economici.
Porta d’ingresso privilegiata per il «made in Italy» è apparso ieri il Messico, protagonista con il suo giovane e dinamico presidente Enrique Peña Nieto di un incontro organizzato all’Ispi dal Business Council Italia-Messico. «L’italia è un punto di riferimento importante e noi siamo determinati a portare a termine le riforme strutturali» ha assicurato Peña Nieto, che dall’inizio del suo mandato ha avviato un importante programma di privatizzazioni.
Da solo il Messico rappresenta già oggi il 40% del nostro export totale verso l’America Latina — secondo un rapporto Nomisma, PwC e Ispi — e nel Paese operano stabilmente circa 400 aziende italiane. Numero probabilmente destinato ad aumentare nei prossimi anni: il Messico, ha dichiarato ieri Renzi, è infatti tra i Paesi target individuati dal Piano di rilancio straordinario del «made in Italy», già inserito nel piano di stabilità del governo.