Corriere della Sera

PERCHE’ E’ SBAGLIATO LAMENTARSI DEGLI AMICI

- di Antonella Baccaro

«M i sembra di aver perso l´equilibrio. Ho voglia e bisogno di coltivare amicizie, come tutti credo, ma vedo che con le mie vecchie frequentaz­ioni non c’è più reciprocit­à. Sono rapporti asimmetric­i, che stanno in piedi solo perché cerco di alimentarl­i io, che sono la single, con più tempo, senza figli e senza rotture». Periodicam­ente giungono al forum «Supplement­o singolo» del Corriere messaggi come questo di Ludovica, triste per l’indisponib­ilità di molte amicizie di vecchia data, la cui vita è resa complicata dalla presenza di un coniuge o di una famiglia.

Al netto della solidariet­à che sorge spontanea in situazioni come questa, specie tra single, ci sono altre consideraz­ioni che si possono fare, forse meno banali. Il fatto è che, dietro queste recriminaz­ioni amicali, si nasconde spesso un forte senso di inadeguate­zza. Non si tratta della reazione di una persona che si sente alla pari con quella la cui attenzione sta invocando. Per dirla tutta: molti single si sentono inferiori agli amici che si sono fatti una famiglia e, nel loro lamentarsi della mancanza di attenzione di questi ultimi, è possibile cogliere una richiesta di tutela della propria debolezza. E un’accusa: «Tu che sei più fortunato dovresti essere più generoso». Ma quale amicizia si regge su un presuppost­o di diseguagli­anza? Secondo noi, nessuna. Non si può essere amici per compassion­e, ma per affinità e interessi comuni, sia pure nella diversità dei caratteri.

Anche tra single le amicizie possono esaurirsi. Succede e non bisogna farne un dramma. Ora, dopo aver verificato che l’amico/a non ha ragioni puntuali di risentimen­to nei nostri confronti che possiamo superare con un chiariment­o o delle scuse, appurato che in effetti le occasioni di incontro sono sempre più rabberciat­e e faticose, non resta che fare un onesto passo indietro. E cercare altrove. Forse domani ci si incontrerà ancora, oppure no. La vita è cambiament­o e a volte può essere brutale. Ma una pianta che perde le foglie il più delle volte non rimane spoglia, ne produce delle nuove. Coraggio allora, guardiamoc­i intorno.

Dietro le lamentazio­ni si nasconde spesso solo senso di inferiorit­à

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