Fellini (inedito) stilista rivoluzionario
Un libro sul suo rapporto con la moda e l’annuncio del restauro da parte di Yoox, cioè l’e-commerce per eccellenza, di Amarcord. Neanche a farlo apposta Federico Fellini protagonista «fashion» questa settimana. E se il restyling della pellicola (in anteprima al Festival di Venezia in settembre), va da se, è atto quasi dovuto a quarant’anni dall’uscita del film, il volume di Gianluca Lo Vetro, «Fellini e la moda, percorsi di stile da Casanova a Lady Gaga» (Bruno Mondadori, 142 pagine) è un incredibile approfondimento su un tema originale ma non così lontano. Il giornalista e docente di Attualità della Moda presso l’Università di Bologna è partito proprio dalla considerazione che Fellini ha sempre disegnato (già proprio come uno stilista) gli abiti, gli accessori e i dettagli fisici dei suoi personaggi. Da adolescente, per esempio schizzò la caricatura della cassiera del cinema Fulgor a Rimini e poi commissionò alla cugina Elsa, sarta di professione, l’abito. E ancora, l’affermazione del regista: « La Dolce Vita è ispirata a un abito sacco di Cristobal Balenciaga del 1957; il film Roma a un bikini». Poi una miriade di curiosità: per il Casanova fece realizzare 1500 costumi e 600 parrucche di cui una alta un metro e quaranta per dodici chili. Ne La Voce della Luna mise le Superga sotto allo smoking di Benigni (25 anni fa). Usò modelle come attrici: come Capucine nel Satyricon che fu truccata con una base di cerotti e filo elettrico che rimanda subito a certe performance di Lady Gaga. Perché è indubbio che seguendo il percorso ecco che si arriva a certi modelli di Dolce e Gabbana (che fra l’altro hanno restaurato l’episodio di Boccaccio 70, Le tentazioni del dottor Antonio e Satyricon), Etro, Moschino e Jean Paul Gaultier.