Capelli d’estate, con ribes e silicone
Dall’effetto-paglia alle doppie punte: come salvarci nella stagione «peggiore»
ole, iodio, acqua marina: medicine naturali per stimolare la serotonina, ridurre la ritenzione idrica e riattivare il metabolismo impigrito dal torpore invernale. Alleati del recupero psicofisico, se non fosse che la terapia prevede tempi e dosaggi graduali. Non solo per la pelle: le stesse precauzioni valgono per i capelli, danneggiati dalla salsedine e dall’eccessiva esposizione ai raggi solari. Rischi da non sottovalutare, per non ritrovarsi in autunno con la chioma sotto stress: fragile, opaca, sfibrata. «Il sole blocca la proliferazione cellulare e la crescita del bulbo — sottolinea Fabio Rinaldi, dermatologo, presidente dell’International hair research foundation di Milano — . Per combattere il fotoinvecchiamento consiglio l’uso di «Tre D» la bellezza del futuro. Il viso, dai contorni perfetti di Eva Mendes, è stato scelto come testimonial per New Dimension, nuova collezione di skincare firmata Estée Lauder che si troverà in vendita da settembre. «Una generazione di trattamenti — racconta Jane Hertzmark Hudis global president del marchio americano — innovativa che agisce sull’ovale rimodellandolo. Con questa linea possiamo dire che ci sarà un cambiamento di concetto di bellezza e andrà a rivoluzionare il trattamento delle donne: perché integratori si possono ricavare sostanze utili per rinforzare la chioma: tra le più efficaci il ribes e l’acido ellagico, estratto dalla buccia di melograno, in capsule o in tintura madre. Dalle estremità, dove i danni del photoaging sono più evidenti, alle radici. Se la tricoptilosi, l’antiestetico (e diffuso) problema delle punte biforcute, è il cruccio di ogni donna, per eliminarla non si deve per forza ricorrere al taglio. «I derivati del silicone funzionano molto bene — sottolinea adesso, l’idea non è quella di concentrarsi solo sulla pelle ma sull’aspetto che mostriamo agli altri». Colpa o merito dei selfie che mettono il volto in primo piano. L’attrice hollywoodiana confida di essere molto attenta alla beauty routine e racconta: «Ho sempre ammirato Estée Lauder, sia la donna sia il brand. Sono entusiasta di essere testimonial di questa linea perché posso riferirmi personalmente a quello che rappresento: il potere che noi donne abbiamo di controllare e trasformare la nostra bellezza».
Sì alla colorazione, no alla decolorazione. E per l’asciugatura è meglio evitare phon o piastre
l’esperto — malgrado i falsi allarmismi sulla presunta tossicità. Parliamo di una struttura morta, non le assorbirebbe comunque». Il punto, semmai, è un altro: non preoccuparsi solo dell’aspetto estetico, ma anche degli equilibri interni che regolano la salute del capello. «Per stimolare la crescita del bulbo — ricorda Rinaldi — sono disponibili fiale a base di polipeptidi ad alta concentrazione di fattori di crescita».
Veniamo alle tinture: in estate sarebbe meglio astenersi o, quantomeno, ritardare il più possibile il ritocco? «Ormai anche i grandi marchi cosmetici offrono prodotti ben tollerati e dalle formulazioni sempre più dolci — rassicura il dermatologo — . Attenzione, invece, alla decolorazione». Tanto più a ridosso della pausa estiva. Emblematico il caso di un adolescente che, dopo la schiaritura estrema, si è ritrovato con la chioma verde: «La madre pensava fosse lo shampoo — racconta Rinaldi — , mentre erano gli alghicidi presenti nella piscina». Banditi i trattamenti aggressivi, l’approccio slow vale anche per l’asciugatura: via piastra e fon, la piega al naturale si addice all’atmosfera rilassata e informale delle vacanze.
Le buone pratiche al rientro in città? Impacchi, balsami e maschere in abbondanza, come antidoto alla classica caduta dei mesi autunnali. Se l’autosservazione è il primo passo per tenere sotto controllo le alterazioni — sia la fragilità, l’eccessiva secchezza o il diradamento — quando il problema persiste può essere utile rivolgersi a uno specialista. Consapevoli che i rimedi tampone, in extremis, servono a poco: meglio coccolare la chioma tutto l’anno, con gli stessi rituali con cui si preserva e si nutre la pelle. Per «bei capei d’oro a l’aura sparsi» da musa petrarchesca. Scarmigliati dal vento e imbionditi dai raggi del sole, ma senza l’antiestetico effetto paglia.