«Il divano? Da amare come una pelliccia»
La ricetta di Toan Nguyen, mente creativa della collezione Fendi Casa Contemporary «L’arredo moderno deve far buon uso del passato: una sorta di galateo del lavoro»
«Ridurre! La mia idea si basa su un principio di economia a tutti i livelli, dal processo produttivo, alla materia, ai materiali, alla funzionalità mirata. Punto sull’essenzialità del progetto». Non ha mezze misure l’approccio minimalista al design di Toan Nguyen, designer francese di origine vietnamita, classe 1969, dal 2012 mente creativa della collezione Fendi Casa Contemporary, il settore per l’arredo domestico più innovativo della celebre Maison romana. Suoi anche gli arredi commissionati per i lussuosi appartamenti di Fendi Château Residences, un palazzo di 12 piani in vetro fumé dalla forma a onda sulla sabbia della Florida, a Sud di Bal Harbour Shops, il quartiere più esclusivo di Miami.
Nguyen ha presentato all’ultimo Salone del Mobile soluzioni d’arredo che prendono ispirazione dalla terra, nelle sue sfumature più calde: dal grigio al color lava, al biondo sabbia, legandole a materiali pregiati che profumano di essenze esotiche, ebano, macassar, zebrano, il tutto amalgamato in un design dalle linee pure, asciutte. Toan Nguyen si è formato nei grandi atenei di Parigi, ha lavorato in Spagna e in Italia, nel 2008 ha aperto a Milano il proprio studio di design. È un uomo di cultura occidentale, quindi. Ma c’è forse un ricordo delle origini, un «retaggio» orientale nel suo modo di concepire il design d’interni.
«Mia madre è bretonequelone e mio padre era di origine vietnamita, Parigivietnaa sono cresciuto a respirando una cultura - internazionale, ma nutro alcune tendenze profondamente orientali» risponde Nguyen. Per esempio? «La passione per la cucina vietnamita e le artirti marziali. E ho quel tipo di approccio silenzioso nel lavoro che mi porta a progettare oggetti di lettura immediata, intuitiva. Viene da Est anche il mio rispetto per il passato e l’abitudine a far buon uso delle tradizioni, è una sorta di galateo del lavoro che guida anche il mio approccio al design».
Lusso e funzionalità, sembrerebbe un bisticcio di parole ma il designer, in questa collezione, dimostra di averle messe d’accordo. Quasi che non ci fosse differenza tra una pelliccia Fendi e uno divano creato da Toan Nguyen. «E infatti non c’è — è la risposta —. Anzi, mi piacerebbe che il divano Hampton o la sedia Blixen diventassero oggetto del desiderio proprio come una pelliccia Fendi. Entrambi esprimono la creatività e l’artigianalità del made in Italy. Ma c’è una differenza — puntualizza Nguyen —: la pelliccia è un oggetto unico, che può non avere limiti tilimiti nei tetempi di realizzazione. il divano è invece un oggetto che deve risrispondere anche a esigenze genzeesigenze ddi resistenza, di funzionalità e di durata». Toan Nguyen non si considera una star. «Mi sento invece vicino al mondo artigianale, anche se non sono la mmano che realizza l’oggetto. getto.l’oggetto. EEsiste, infatti, un rapporto portorapporto ststretto tra creatività, artigianalità tigianalartigianalità e savoir-faire, quelone lo che in Francia si chiamava il “triangle d’or”, il triangolo d’oro, a indicare il rapporto tra persone differenti: il committente, il decoratore-designer e l’artigiano. Mi considero l’anello di mezzo. Spesso mi chiedono se preferisco essere chiamato designer artista o artista designer. Chiamatemi industrial designer e basta».