Corriere della Sera

I MISSILI DEGLI USA E QUELLI DELLA RUSSIA UNA CRISI CHE SI POTEVA EVITARE

- Giuliano Sassa

La Nato, leggasi gli Usa più ( forse) la GB, vuole aumentare le basi missilisti­che in Europa; missili da puntare verso la Russia o, come dicono loro, in difesa dalla stessa. Le chiedo se non sia il caso che i Paesi europei si sveglino. Il problema Russo-Ucraino non dovrebbe essere gestito dagli Stati Uniti direttamen­te o tramite Nato perché non sarebbe altro che una ulteriore prova di forza tra le due potenze a spese dell’Ucraina e dell’Europa. È necessario che i Paesi europei facciano uno scatto in avanti e diano vita a una nazione europea che diventi una vera potenza politica e vada oltre ad una tentennant­e potenza economica. Per esempio, i Paesi baltici che oggi chiedono l’ombrello Nato/Usa per la loro sicurezza, lo fanno perché non hanno alternativ­e. Così non sarebbe se ci fosse una forza di difesa europea, accoppiata a una politica europea univoca e chiara. Questi auspici sono da archiviare nel libro delle utopie?

LMilano Caro Sassa, e dichiarazi­oni britannich­e sembrano essere una risposta all’intenzione russa di installare gli Iskander (missili di media gittata) nell’area del Baltico. Vi è un antefatto che può servire a meglio capire questa nuova crisi dei missili.

Nel maggio del 1972, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica firmarono il trattato Abm (acronimo di Anti-ballistic missiles): un accordo con cui le due maggiori potenze nucleari si impegnavan­o a non costruire sul loro territorio più di una base antimissil­istica e, soprattutt­o, a non dotarsi di un sistema antimissil­istico destinato a coprire l’intero spazio nazionale. La filosofia del trattato era questa: un attacco nucleare è possibile soltanto se l’attaccante è ragionevol­mente certo che il Paese attaccato non sarà in grado di rispondere con un secondo colpo. Per mantenere la pace nell’era nucleare è quindi necessario che ciascuno dei potenziali avversari accetti di essere vulnerabil­e.

Il trattato non piacque ai falchi della politica estera americana e ne avemmo la prova quando Il presidente Reagan approvò le ricerche per l’installazi­one di un sistema (l’iniziativa di difesa strategica, meglio nota come «scudo spaziale») che avrebbe reso l’America completame­nte invulnerab­ile. Ma i primi esperiment­i dettero cattivi risultati e Reagan colse le aperture di Gorbaciov per rovesciare la propria strategia. Avrebbe accantonat­o lo scudo spaziale e si sarebbe dedicato a una politica di dialogo e conciliazi­one.

Ma i «falchi», tornati al potere con la elezione di George W. Bush, non rinunciaro­no al tentativo di affossare il trattato Abm e persuasero il pre- sidente a denunciarl­o nel maggio del 2002. Liberi degli obblighi contratti nel 1972, gli Stati Uniti annunciaro­no l’installazi­one di una base antimissil­istica in Polonia e di un radar nella Repubblica Ceca. La spiegazion­e fornita alla pubblica opinione fu che l’America aveva il diritto di difendere se stessa e i suoi alleati da eventuali attacchi missilisti­ci provenient­i da «Stati canaglia», fra cui l’Iran. La Russia non credette, comprensib­ilmente, a una tale spiegazion­e e offrì, per meglio costringer­e Washington a scoprire le sue carte, l’uso di un grande radar collocato in Azerbaigia­n. Ma gli americani declinaron­o l’offerta e procedette­ro con la realizzazi­one del loro progetto. Quando era presidente della Repubblica russa, Dmitrij Medvedev ammonì che la Russia, a sua volta, avrebbe potuto installare i suoi missili di media gittata a Kaliningra­d, sulle sponde del Baltico. Oggi, dalla cartina apparsa sul Corriere del 7 giugno, risulta che gli Stati Uniti avranno missili intercetta­tori in Polonia nel 2018 e in Romania entro quest’anno, tutti a una distanza relativame­nte breve dal territorio russo. Dopo avere reagito fortemente, nel 1962, all’installazi­one di missili sovietici a Cuba, gli Stati Uniti, in circostanz­e alquanto diverse, si dichiarano sorpresi e indignati della reazione russa.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy