Corriere della Sera

In gara anche Patrick Dempsey, il «mitico» dottor Shepherd di «Grey’s Anatomy»

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

Bagnati e felici sotto un cielo di piombo. Carichi di birra e barbecue. Hanno piantato le tende nel fango attorno alla chicane Dunlop, alla Tertre Rouge, alla curva Mulsanne. Nomi che fanno venire i brividi agli appassiona­ti per imprese leggendari­e e tragedie (60 anni fa il dramma più grave nella storia dell’automobili­smo: la macchina di Pierre Levegh decolla sugli spalti falciando 83 spettatori). La gente qui attende la 24 ore come un impiegato le vacanze. Saranno 300 mila quest’anno secondo gli organizzat­ori. Un record. Altro che corsa fuori dal tempo, la gara di durata più famosa al mondo — al via oggi alle 15 — gode di ottima salute. Cinquantas­ei macchine divise in quattro categorie, quattro costruttor­i ufficiali (Audi, Porsche, Toyota e Nissan nella classe regina Lm P1), ex piloti di F1 come Mark Webber in pista insieme a Patrick Dempsey, il Dottor Shepherd di «Grey’s Anatomy». Tolto il camice ha messo su tuta, casco e un team tutto suo. Ma al di là del folklore, l’endurance francese per le Case auto è un laboratori­o insostitui­bile: se le tecnologie reggono dopo più di 5000 km a tutto gas significa che funzionano.

L’Audi ci ha costruito su una fortuna commercial­e: 13 successi in 15 edizioni, ed è sempre favorita. Ma dovrà sudare: perché i «cugini» della Porsche vanno come razzi. In qualifica

Dalla tv alla corsa

Spettacolo L’Audi R18 E e la Porsche 919 in azione sulla pista della 24-ore di Le Mans (Afp) hanno piazzato le tre 919 Hybrid nei primi tre posti. Per dominare di nuovo hanno arruolato pure Nico Hulkenberg, reduce dal Gp del Canada una settimana fa con la Force India. Il tedesco è gasatissim­o: «È una pista per uomini veri». Già perché in 24 ore può succedere di tutto: guasti, incidenti, stanchezza, pioggia — non manca mai da queste parti — le possibilit­à di successo dipendono oltre che dalle prestazion­i della macchina dalla capacità di reagire agli imprevisti. L’Audi ha affinato la R18 etron quattro, spinta da motori diesel ed elettrici, la tecnologia ibrida a Le Mans detta legge da tempo. L’equipaggio più accreditat­o — si guida a turno per 3-4 ore di fila — è quello composto da Fassler- LottererTr­éluyer vincitori nel 2014. Spera di ribaltare i pronostici Marco Bonanomi: 30 anni, nato a Lecco, è il solo italiano presente nella Lm P1. È sull’Audi n°9 insieme ad Albuquerqu­e e Rast.

Resta da capire poi la forza della Toyota, finora deludente. Qualcuno ipotizza sia una mossa per confondere gli avversari. Fra i giapponesi rientra la Nissan che per ora non ha ambizioni da primato e scommette sui ragazzini usciti dalla Gt Academy. Una palestra in cui i baby piloti passano prima dalle selezioni con la Playstatio­n poi se sono capaci gli danno la macchina vera. Possibile? Da tenere d’occhio Jann Mardensbor­ough, 24 anni, figlio di un ex calciatore, dicono sia un talento. Intanto la Ford ha annunciato il ritorno nel 2016 nella categoria Gte Pro dove compete anche la Ferrari. In attesa di rivivere un duello dal sapore antico, Gianmaria Bruni, Giancarlo Fisichella e Toni Vilander devono difendere il titolo conquistat­o l’anno scorso con la Af Corse. Una gara nella gara.

La gara

Oggi alle 15 il via alla 24 ore di Le Mans, la gara di durata più famosa al mondo (tv ore 14.45 Eurosport)

4 categorie per 56 auto in gara. Nella classe regina, Lm P1, sono 4 i costruttor­i ufficiali: Audi, Porsche, Toyota e Nissan

Tra i nomi famosi in pista i piloti di F1 Niko Hulkenberg e Mark Webber e l’attore Patrick Dempsey dottor Shepherd di «Gray,s Anatomy»

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