Corriere della Sera

Marquez, il fenomeno inceppato «Ma presto tornerò a divertirmi»

Honda difficile da gestire, una sola vittoria: crisi nera o fase di crescita?

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

Che succede a Marc Marquez? Il fenomeno è da studiare. Dopo un terzo di campionato sta a 49 punti da Valentino Rossi, ha vinto appena una gara ed è già a un bivio: o svolta per la via giusta oppure addio tripletta mondiale. A guardarlo qui nella sua terra, il ragazzo è il solito: leggero, sorridente, apparentem­ente senza patemi, se è vero che ieri in prova è andato a palla chiudendo secondo (mentre Rossi, l’uomo che odia i venerdì, è solo 11°). Il problema del Marquez 2015, però, sono le domeniche. Cioè le gare, quando la sua Honda RC213V, con cui viveva in armonia perfetta, non dà più la confidenza di una volta.

L’origine dei suoi guai sta lì. Pure Casey Stoner, ex campione oggi baby pensionato e tester Honda, lo ha detto chiaro: «Questa moto ha un problema, l’ho provata, so qual è». È il nuovo supermotor­e che mette in crisi la ciclistica, genera squilibrio, stressa le gomme, induce a forzature e cadute. Marquez e Pedrosa nei test invernali avevano bocciato la versione 2015 della moto, ritenendol­a troppo aggressiva, ma Tokio non li ha ascoltati. Aggiungiam­o poi la grande crescita parallela di Yamaha e Ducati e il gap si è ridotto al punto che la Honda si trova clamorosam­ente In crisi Marc Marquez , 22 anni, campione del mondo in Motogp 2013 e 2014 su Honda, quest’anno finora solo 5° con 69 punti (Afp) terza nel Mondiale costruttor­i e Marquez ha perso l’illuminazi­one antica.

Da qui nascono gli errori, anche banali, in Qatar, in Argentina e Mugello. In Toscana, furioso per i problemi della moto (che in Texas ha pure rotto un motore), MM ai suoi aveva annunciato: «Oggi, o tutto o niente». Si è trovato puntualmen­te con niente, e tante critiche sulle spalle: troppa irruenza; «umanizzato», non ha la pazienza di gestire le risorse e guidare senza vantaggio tecnico. Con la sua guida no limits Marquez ha scritto la storia del motociclis­mo; ora però, paradossal­mente, il suo pregio sembra diventato un difetto. Ma è possibile chiedergli di riconverti­rsi in un altro da sé? Certo, la forza di un atleta è la duttilità. Ma volere un Marquez misurato ragioniere non è come chiedere a LeBron James di tentare con il nuoto sincronizz­ato?

Nel suo primo vero momento di difficoltà da quando è fra i grandi, MM cerca di tenere la barra dritta e pare ci riesca. Livio Suppo, team principal Hrc e esperto mentore di talenti giovani (ha lavorato anche con Stoner), spiega: «Marc resta positivo come sempre. Queste sono situazioni utili per maturare, passaggi della vita necessari a 22 anni. Mi racconta Doohan che accadde pure a lui: ne uscì più forte». Marquez concorda: «Il distacco è pesante, ma la Honda è la Honda. Io credo nella rimonta. La cosa fondamenta­le è tornare a divertirsi». Il solito mantra dei piloti: divertirsi, «sentire» il mezzo, guidarlo e non farsi portare a spasso. Ieri qualche segnale c’è stato: un nuovo scarico e un forcellone modificato. Basteranno? «Sul giro secco funzionano, sulla durata vedremo…»,

I veterani Rossi: «Marc è in grado di rimontare». Lorenzo: «Se si sblocca, non si fermerà più»

sospira MM. Ma a questo punto della stagione le rivoluzion­i ingegneris­tiche sono impossibil­i.

I veterani Rossi e Lorenzo, comunque, non ci cascano. «Marc tornerà presto, tranquilli», dice Valentino. E Lorenzo aggiunge: «Sia io che Vale in passato abbiamo recuperato più di 50 punti. Marc ora è come un grande calciatore che non segna da un po’. Poi ne fa uno, si sblocca e non si ferma più». Che i gol di Marquez torneranno è sicuro. Ma se fosse già troppo tardi?

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