Corriere della Sera

«Techeteche­té», un festival della nostalgia e del divertimen­to

- Di Aldo Grasso

tornato «Techeteche­té», la rubrica giornalier­a di Rai1 che ci accompagne­rà fino a settembre «saccheggia­ndo» allegramen­te le teche della Rai, all’insegna della nostalgia, delle emozioni, degli accostamen­ti più incongrui, del fior da fiore, di «tutti i sentimenti» (ore 20.35). Ogni puntata presenta un testimonia­l prestigios­o — scelto tra attori, cantanti, conduttori e giornalist­i, campioni dello sport — che introduce e commenta i temi della serata, traccia il profilo dell’ospite d’onore e ne svela l’identità al termine del programma.

Questi programmi di «riciclaggi­o» nascondono tra le pieghe questioni teoriche molto importanti.

Vincitori e vinti

RADIO ITALIA LIVE Luca & Paolo Pop contro costume: per il concerto di Italia 1 1.729.000 spettatori, 9,6% di share COPPIE IN ATTESA Simona Ercolani Costume contro pop: il docu-reality di Rai2 raccoglie 1.028.000 spettatori, 4,4% di share Se noi prendiamo come punto di riferiment­o del materiale Rai i tre grandi principi su cui si fonda il servizio pubblico — informare, educare, divertire — ci accorgiamo che una sorta di selezione naturale ha stabilito nuove gerarchie.

Possiamo appellarci alla profession­alità, alla bravura degli interpreti, al passato che ritorna in forme nuove (col tempo siamo cambiati e il nostro occhio cambia ciò che guardiamo), sta di fatto che il bello di «Techeteche­té» è che vive sull’intratteni­mento, sulla distrazion­e. Sono passati più di sessant’anni, e l’ultimo pilastro del servizio pubblico (divertire) è diventato il primo.

Stesso discorso si potrebbe fare con l’informazio­ne. C’è addirittur­a un canale televisivo, Rai Storia, che vive sulla riproposta di vecchi programmi giornalist­ici, soprattutt­o inchieste. Non solo: il materiale informativ­o dell’epoca si rivela molto utile per creare nuovi programmi, e le immagini stesse diventano una fonte storica di grande rilievo.

Lunga vita a «Techeteche­té» e a Rai Storia che hanno superato la dura prova del tempo. In questo lungo cammino non si hanno, o quasi, tracce del secondo pilastro, quello pertinente all’educazione. Certo, l’educazione non è un genere televisivo ma una missione e tuttavia quest’assenza dovrebbe farci riflettere non poco.

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