Cassa depositi Il vertice fra Renzi e Bassanini
Via via, il percorso di cambiamento della Cassa depositi e prestiti verso «nuove tappe» — come ha detto, al Corriere della Sera, il premier, Matteo Renzi — si fa più preciso. Anche se manca ancora una spiegazione sul perché il governo voglia la virata. Si discute e si tratta sul rinnovo dei vertici, che dovrebbe vedere l’avvicendamento di Franco Bassanini, presidente, e Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato, rispettivamente con Claudio Costamagna e Fabio Gallia. Si discute e si tratta sul nuovo ruolo della Cdp con l’obiettivo di ottenere una rivoluzione guidata e non traumatica. In quest’ottica stamane Renzi dovrebbe incontrare Bassanini, che ha fatto sapere di non avere avuto né dal governo né da altri l’invito a dimettersi ma anche di non avere intenzione di fare resistenza nel valutare l’eventuale richiesta di farsi da parte. Gorno Tempini, che invece tale richiesta l’ha già ricevuta, starebbe trattando la sua uscita mentre le Fondazioni bancarie, socie di minoranza del capitale Cdp con il 18,4%, starebbero verificando — e negoziando — tempi e modi della trasformazione della Cassa. Sul tavolo, innanzitutto alcune modifiche dello statuto della Cassa, tra cui una destinata ad evitare che l’eventuale coinvolgimento anche indiretto di Gallia, attuale amministratore delegato della Bnl, nel processo di Trani sui derivati, crei un ostacolo alla sua nomina, ed una, invece, rivolta ad assicurare maggioranze qualificate nella delibera sulla distribuzione dei dividendi. Una regola, questa, che andrebbe incontro all’esigenza espressa dalle Fondazioni, sin dal loro ingresso in Cdp, di assicurare la redditività del proprio investimento frenando la devoluzione degli utili a finanziamenti diversi. Sempre per maggior garanzia le Fondazioni, che hanno dato mandato al presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, di verificare le implicazioni del cambio di rotta della Cassa, vorrebbero definire una sorta di scappatoia, un’opzione put, cioè la facoltà di uscire dal capitale, nel caso di 3 anni senza dividendi. L’obiettivo è di arrivare ad una soluzione il meno possibile aspra entro la settimana e potrebbe anche non essere il consiglio straordinario, convocato per domani per definire l’adesione della Cassa al cosiddetto Fondo salva imprese (che ha come obiettivo quello di entrare come azionista nella gestione delle crisi aziendali), l’occasione per farlo. Dovrà essere comunque un’apposita assemblea ad eleggere il nuovo consiglio — a cui dovrebbero partecipare in rappresentanza del Tesoro Costamagna, Gallia, il direttore generale Vincenzo La Via, la responsabile del Debito pubblico, Maria Cannata, ed altri dirigenti, mentre in rappresentanza delle Fondazioni, che potrebbero rinunciare ad indicare il presidente magari in cambio di un consigliere in più, dovrebbero esserci figure di «forte caratura».