Corriere della Sera

Omicidio stradale, norme anti-pirati

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L’approvazio­ne in Senato della legge sull’omicidio stradale colposo, con aumento delle pene anche per le lesioni personali stradali colpose, è un importante passo in avanti verso la repression­e più dura di questi delitti. Con tale riforma l’area del delitto su strada commesso per «colpa» viene presidiata con pene detentive da 7/8 a 10/12 anni di reclusione a carico del drogato o dell’ ubriaco che si mette al volante, o di chi guida a velocità elevata, cagionando la morte di una persona, fino a 18 anni in caso di morte di più persone, pene ulteriorme­nte aumentate in caso di fuga del conducente. In attesa dell’approvazio­ne definitiva della nuova legge da parte della Camera occorre ricordare che, per gli omicidi stradali di particolar­e gravità già esiste nel nostro ordinament­o la figura, elaborata dalla dottrina e dalla giurisprud­enza, del delitto di «omicidio con dolo eventuale», punito come omicidio volontario con la reclusione non inferiore a 21 anni. Esso si registra quando chi agisce si rappresent­a come seriamente possibile, ma non certo, il verificars­i dell’evento mortale quale conseguenz­a della propria azione, ma «accetta» che esso possa verificars­i, decidendo di agire «costi quel che costi». Ed è appunto con l’imputazion­e di omicidio volontario con dolo eventuale che la Procura della Repubblica di Roma sta procedendo contro gli autori dell’incidente in cui è morta la filippina Corazon Abordo Pereze.

Deve dirsi, tuttavia, che la presenza dei nuovi, più elevati livelli sanzionato­ri impone altrettant­o forti strumenti processual­i di immediata repression­e. Qui siamo di fronte a pericolosi criminali, i quali, disprezzan­do la vita degli altri, rischiano anche la

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