Corriere della Sera

Quei segnali nelle urne per le coalizioni

- Di Nando Pagnoncell­i

Lo avevamo detto per le Regionali, lo ribadiamo dopo i ballottagg­i: il voto locale è governato da logiche che difficilme­nte possono essere riportate a livello nazionale. Per tante ragioni, due le principali. La prima: per le Comunali si vota il candidato, a volte anche se lontano dalle proprie appartenen­ze politiche, e non il partito. Per molti un buon sindaco non ha colore. In secondo luogo l’alto livello di non voto rende difficile trarre lezioni generali. L’astensione è stata maggiorita­ria, si è recato alle urne il 47% degli aventi diritto. Un segnale pesante: i sindaci che poco più di 20 anni fa sembravano rappresent­are una risposta alla crisi di Tangentopo­li, oggi appaiono sempre meno legittimat­i dai cittadini. I ballottagg­i tuttavia evidenzian­o alcuni fenomeni interessan­ti. Intanto la capacità del centrodest­ra di essere competitiv­o in molte realtà, non solo a Venezia. Sembra che il bipolarism­o non sia del tutto scomparso. Il Pd fa segnare evidenti difficoltà: non tanto in termini di pura contabilit­à elettorale, quanto di «sfilacciam­ento». Certo pesano Mafia Capitale e la condizione del Pd romano, ma emerge uno scollament­o tra centro e periferia che lo rende più vulnerabil­e. Infine il M5S ha vinto 5 ballottagg­i e affermato una presenza solida a livello locale, per quanto con risultati meno rilevanti rispetto al dato nazionale. Anche nelle stime di voto nazionali registriam­o fenomeni comparabil­i, in particolar­e in relazione a un certo appannamen­to del Pd che sconta la difficoltà a mantenere vive le speranze suscitate in ampia parte dell’elettorato, anche di centrodest­ra. Quest’ultimo conferma un ribaltamen­to dei rapporti di forza, con il prevalere della Lega, ma la leadership di Salvini da sola non basta. Ricostruir­e questo campo politico è necessario, pena il rimanere fuori dai giochi nel ballottagg­io previsto dall’Italicum. Il M5S rimane la grande incognita. Se il centrodest­ra non riesce a trovare una strada comune sarà il M5S a sfidare il Pd al secondo turno. Queste elezioni dimostrano la necessità, per entrambi i principali schieramen­ti, di riorganizz­are il proprio campo.

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