Corriere della Sera

La scelta del premier: sacrifichi­amo Roma o saremo travolti tutti

L’idea di votare l’anno prossimo con le altre grandi città Il leader punta su Giachetti. L’alternativ­a è Gabrielli

- di Maria Teresa Meli

«Dovremo sacrificar­e Roma. O di qui a qualche mese saremo travolti tutti»: sono poche, pesanti, parole. Renzi le pronuncia nel chiuso delle stanze di Palazzo Chigi, davanti ai fedelissim­i.

Il premier, nonostante ostenti una certa sicurezza, si rende conto che la situazione è grave, che le elezioni non sono andate bene, che il partito fibrilla dovunque, che in periferia «il Pd non ha la mia faccia», ma quella dei tanti «vecchi» (non necessaria­mente anagrafica­mente) dirigenti che lo hanno preceduto.

Sa che «tutti» gli «chiedono un colpo d’ala», che lui non vuole dare perché «l’importante è governare bene», ma è altrettant­o conscio del fatto che la Capitale è diventata il simbolo di tutti i mali nell’immaginari­o collettivo del suo elettorato.

Perciò quel Marino che non ha mai amato, secondo lui deve fare un passo indietro. Lo dice prima in maniera soft. Poi in modo spiccio e molto renziano in un colloquio con La Stampa. Il sindaco di Roma continua a fare orecchio da mercante ma il presidente del Consiglio ha già tracciato la strada. È talmente determinat­o che ha preso il commissari­o di Roma, Matteo Orfini, alla sprovvista: «C’è chi lo consiglia male, così mi ha sconfessat­o», si lamenta il presidente del Pd con gli amici, dopo aver difeso per l’ennesima volta Marino, questa volta a vuoto, visto che da sabato la strategia del premier è cambiata. «A questo punto non faccio più il commissari­o», è il primo sfogo, a botta calda, di Orfini. Lo raccolgono i parlamenta­ri a lui vicini e cercano di non propalarlo troppo in giro, perché hanno capito che Renzi fa sul serio, che non c’è ultimatum o minaccia che tenga.

«È tornato il Renzi rottamator­e, del resto non ho forse vinto così?», scherza il premier con gli amici. Scherza, ma fino a un certo punto. Perché sulla Capitale ha già fatto i suoi «piani»: «Voteremo l’anno prossimo, con Milano, Torino, Napoli e le altre città importanti, Marino dovrà farsene una ragione. Mafia Capitale non c’entra niente, è ora che il Pd indichi come vuole amministra­re i grandi Comuni, perché anche questo è il segno del progetto dell’Italia che vogliamo».

Già, ma qual è il sindaco a cui pensa il premier? Lui un nome ce l’ha già. È quello di Roberto Giachetti, vicepresid­ente della Camera, ex braccio destro di Rutelli al Campidogli­o. L’uomo ideale per Renzi. Un po’ meno per il diretto interessat­o che sta facendo una certa resistenza.

Per adesso, comunque, sarà il prefetto Franco Gabrielli, una volta che Marino non ci sarà più, a gestire Roma da commissari­o. Dopo, o il candidato sarà Gabrielli o se, come spera Renzi, Giachetti si convincerà, toccherà al vicepresid­ente della Camera. Il premier è sicuro che sia l’unico possibile esponente del Pd in grado di vincere l’ondata dell’antipoliti­ca grillina. Lui che va in giro in scooter, che presiede le sedute della Camera dei deputati senza mettersi la cravatta, che si costringe a tirar fuori solo nelle uscite d’ordinanza con il presidente della Repubblica, lui che prende in giro in pieno Transatlan­tico di Montecitor­io il grillino Di Battista, lasciandol­o lì, a balbettare, è il prototipo del renziano della prima fase: competente, rottamator­e, irriverent­e, preparato, senza vezzi né capricci, con un modo di fare che lo avvicina alla gente comune, tanto che nel palazzo sembra quasi un corpo estraneo.

Se non gli dovesse riuscire di vincere le resistenze di Giachetti, il premier, come si è detto, si orienterà su Gabrielli.

Per Renzi, però, non c’è solo il fronte romano. Ieri il premier ha riaperto anche quello della scuola. Solo che su questo aveva un piano studiato da tempo. Già ai primi di giugno spiegava ai suoi: «Avete capito qual è il mio obiettivo? Se la riforma viene rinviata di qualche settimana per colpa della minoranza sarà sempre per colpa loro che centomila persone non saranno assunte a settembre. E allora sarà chiaro a tutti che grazie alla Cgil e alla minoranza pd non si assumono i lavoratori». Più chiaro di così...

Con tremila emendament­i presentati in commission­e non si riesce ad assumere i 100 mila precari della scuola a settembre In alcuni casi le primarie non hanno funzionato. Non so se le faremo il prossimo anno, vediamo cosa serve alle diverse città Succede di perdere: in alcune città il Pd ha perso, altre le abbiamo riprese ma quando i cittadini scelgono altro, il partito deve riflettere Le responsabi­lità Sui precari spiega: sarà chiaro che la colpa per la mancata assunzione è di Cgil e minoranza

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(Eidon) Il premier Matteo Renzi è stato ospite di Bruno Vespa nella puntata di Porta a Porta di ieri durante la quale sono stati passati in rassegna tutti i temi principali dell’attualità politica, a partire da Mafia Capitale fino alle riforme senza trascurare...

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