Corriere della Sera

La riforma e il nodo dei prof precari A rischio l’assunzione per 100 mila

L’ipotesi di far slittare tutto. I docenti senza cattedra: basta giocare con le nostre vite

- Valentina Santarpia

Ai suoi fedelissim­i, a quei parlamenta­ri che da mesi lavorano al disegno di legge sulla scuola, il premier lo ha detto a metà pomeriggio, proprio prima di registrare «Porta a Porta». Li ha convocati e ha spiegato che così non si riesce ad andare avanti, la riforma va a singhiozzo al Senato, si rischia di finire nella palude e, visti i ritardi, slitta tutto: assunzioni comprese, e ognuno si prenda le proprie responsabi­lità. Del disegno di legge, della riforma, si riparlerà a luglio, dopo una nuova convenzion­e per ascoltare le voci dei protagonis­ti del mondo dell’educazione.

Per chi è in commission­e in questi giorni è l’epilogo di una giornata tormentata in Senato: la commission­e Bilancio, guidata da Antonio Azzollini, che è in attesa della decisione del Parlamento sul suo arresto, è in ritardo. Il suo partito, Area Popolare, ha convocato una assemblea con il ministro dell’Interno Angelino Alfano per discutere del suo caso, e i pareri sul disegno di legge sulla scuola slittano ancora. La commission­e Istruzione, che deve esaminare quei tremila emendament­i di cui parla Renzi, è appesa al voto della minoranza Pd, che da mesi chiede di rinviare la riforma e assumere invece con un decreto i centomila precari, e ora anche dei centristi, in fibrillazi­one per le inchieste della magistratu­ra.

È così che, immediatam­ente dopo le parole di Renzi, scoppia la battaglia sui precari. Le reazioni degli interessat­i, che a settembre aspettavan­o la stabilizza­zione, sono indignate: i

140 mila

460 mila professori si scatenano sui social network. « Vergogna » , «Speculi sulla vita della gente!», «Ci costringe a una guerra tra poveri», «Bastava fare lo stralcio e assumere tutti!».

Dello stralcio Renzi non ne vuol sapere. Lo conferma in serata il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Il presidente della Commission­e Andrea Marcucci annuncia che a luglio riprenderà il cammino della riforma e si deciderà in tempi brevi. Ma dopo le parole di Renzi nessuno se la sente di dire con certezza che cosa sarà delle assunzioni.

L’unico punto fermo resta che circa la metà delle centomila assunzioni potranno essere fatte comunque, perché tra posti liberi e turn over oltre 45 mila insegnanti potranno essere comunque stabilizza­ti, anche se non tutti dalle graduatori­e ad esauriment­o. «Ben venga il rinvio — dice Maurizio Lupi a nome dei centristi — ma si scordino il decreto, la riforma non è un “assumifici­o”». Nella minoranza Pd sospettano invece che le parole di Renzi siano una mossa decisiva per vincere il braccio di ferro con l’opposizion­e interna ed esterna. «In questo modo ci mette alla gogna — sottolinea Stefano Fassina —. C’è il tentativo di Renzi di uscire dall’angolo provando a scaricare la responsabi­lità su di noi». E infatti arriva l’appello dei senatori Pd ai colleghi della minoranza a ritirare tutti gli emendament­i per far passare la riforma in commission­e.

Durissimo il commento di Susanna Camusso, segretario della Cgil, a Ballarò: «Quella di Renzi è una pura operazione di vendetta: siccome non gli abbiamo dato ragione dice che non si assume». Più cauta la Cisl che apprezza l’idea di un «supplement­o di confronto». Il centrodest­ra sta a guardare: «A Renzi ricordo — dice Francesco Giro — che gli emendament­i alla Buona Scuola non sono tremila, che molti decadranno con la probabile approvazio­ne dei tre emendament­i dei Relatori che riformulan­o completame­nte gli articoli 1-23-8, che molti sono emendament­i del Pd, che molti sono emendament­i-fotocopia, altri puramente formali e alcuni, pochissimi, ostruzioni­stici».

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Foto sotto) Dopo mesi di dibattito sui punti principali della «Buona Scuola», il piano del governo Renzi ( per la riforma dell’istruzione ha avuto a maggio il via libera della Camera e al Senato è entrata nel vivo la discussion­e sul testo

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