Corriere della Sera

«Troppi emendament­i Il governo non ha scelta»

- Claudia Voltattorn­i

«Lo slittament­o è una scelta obbligata».

Senatrice Francesca Puglisi (Pd), lei è relatrice del disegno di legge sulla Buona Scuola in commission­e Istruzione al Senato, sta dicendo che l’assunzione dei centomila insegnanti precari salta dal settembre 2015 al settembre 2016?

«Dico che con cinquemila emendament­i alla Camera e tremila al Senato, le opposizion­i si assumono la responsabi­lità di far saltare le assunzioni: far slittare la discussion­e oltre la fine di giugno significa andare fuori tempo massimo per portare a casa le assunzioni, i tempi del governo erano altri».

Quando doveva essere approvata la Buona scuola?

«Il governo prevedeva l’approvazio­ne entro la metà di giugno, con tutti questi emendament­i i tempi si sono allungati. Perciò domattina (questa mattina, ndr) in commission­e proporrò a tutti i colleghi, dell’opposizion­e e della minoranza pd, di ridurre in modo drastico il numero di emendament­i per procedere speditamen­te».

E se non dovessero accettare?

«Devono prendere atto della situazione, l’allarme lanciato dal presidente del Consiglio non è una minaccia, ma un dato di fatto: andare oltre la fine di giugno farà saltare le assunzioni, serve una prova di responsabi­lità da parte di tutti».

Perché non fare un decreto ad hoc per i precari, come propongono le opposizion­i ma anche i colleghi della minoranza pd?

«Perché la Buona Scuola non è l’assunzione dei precari: per cambiare la scuola italiana non basta assumere centomila persone, c’è un progetto di riforma dietro, in cui noi continuiam­o a credere, ma la bagarre politica è solo sui problemi degli insegnanti e si dimentican­o gli studenti, il vero punto centrale di questa riforma».

Se saltano le assunzioni, cosa dite ai prof precari che da mesi aspettano il contratto a tempo indetermin­ato?

«Non sarebbe un rinvio sine die, non credo cambi molto spostare di un anno la stabilizza­zione per persone che avevano una prospettiv­a di anni di precariato».

La riforma non è solo l’assunzione di 100 mila precari ma un disegno più ampio Basterebbe fare un decreto d’urgenza, noi lo diciamo dall’inizio

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