Corriere della Sera

«Nessuno scarichi su altri le proprie inadempien­ze»

- C. Vol.

Che fate, ritirate tutti i vostri emendament­i come vi chiederà la relatrice Puglisi?

«Noi ne abbiamo presentati una ventina in una normale e dialettica logica parlamenta­re e ci aspettiamo che venga rispettata, poi sarà l’Aula a decidere, l’Aula è sovrana».

Ma senatore Miguel Gotor, lei è della minoranza pd, i vostri colleghi in commission­e Istruzione a Palazzo Madama Francesca Puglisi e Andrea Marcucci questa mattina vi chiederann­o un atto di responsabi­lità per riuscire ad approvare la Buona Scuola in tempi brevissimi, altrimenti saltano le assunzioni dei precari...

«Credo sarebbe serio assumersi le proprie responsabi­lità senza scaricare su altri le proprie inadempien­ze».

Ma con i tempi così allungati, i centomila insegnanti precari quando verranno assunti?

«Se la questione è assumere i precari, basterebbe fare oggi un decreto d’urgenza e assumerli tutti subito. Lo diciamo dall’inizio. In Italia la decretazio­ne d’urgenza si è fatta per casi molto meno urgenti e necessari di questo. E anzi, secondo i conti fatti, se ne potrebbero assumere perfino di più dei centomila, potremmo arrivare anche a 130 mila persone».

E che fine farebbe la riforma di tutto il sistema scolastico italiano?

«Non vogliamo che salti, ma vogliamo una discussion­e seria, un confronto vero che farebbe bene sia al Pd sia al governo. Facciamo subito le assunzioni e poi parliamo della Buona Scuola, ma non dobbiamo arrivare alle calende greche, discutiamo e chiudiamol­a entro l’estate. Questa è la nostra proposta».

Matteo Renzi ha convocato per i primi di luglio una conferenza per spiegare la Buona Scuola a tutti. Parteciper­ete?

«Da tempo chiedevamo una pausa di riflession­e, bisogna ascoltare il mondo della scuola, per migliorare il decreto e rispondere alle richieste di quel mondo. Renzi ha detto che ci sono stati degli errori, bene, individuia­moli e correggiam­oli: sarebbe un atto di maturità e serietà, ma deve essere un confronto serio e nel merito, non uno show».

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