Corriere della Sera

Pensioni, i mini-rimborsi di agosto «Lo Stato restituirà non più del 12%»

L’indagine di Pisauro (Ufficio parlamenta­re di bilancio): il conto arriva a 17,6 miliardi

- Francesco Di Frischia

«Una restituzio­ne assai parziale, meno del 12% del totale, della mancata indicizzaz­ione», ma «le limitate risorse si concentran­o sui pensionati con i redditi più bassi». Sono questi i calcoli dell’Ufficio parlamenta­re di bilancio (Upb) sugli effetti del decreto legge 65/2015 del Governo che applica la sentenza della Corte costituzio­nale del 30 aprile che ha bocciato il blocco della perequazio­ne delle pensioni. Il presidente dell’Upb, Giuseppe Pisauro, ha presentato l’indagine nel corso di una audizione alle commission­i Bilancio riunite di Montecitor­io e Palazzo Madama: il documento conferma le stime del governo. E si sbilancia in una valutazion­e: con l’esborso previsto svanisce il «tesoretto» e sono a rischio gli aumenti dell'Iva.

Al netto degli effetti fiscali, il recupero integrale della deindicizz­azione subita tra il 2012 e il 2013 vale 17,6 miliardi per il 2015 (di cui 4,5 permanenti e il resto arretrati per 2012 e 2014) e 4,4 miliardi dal 2016 con un indebitame­nto netto tendenzial­e in peggiorame­nto (dal 2,5% al 3,6 del Pil). Il decreto del Governo riduce gli oneri sul 2015 da 17,6 a 2,2 miliardi (0,13% di Pil invece che 1,1). A regime l’impatto sull’indebitame­nto netto — precisa l’Upb — dovrebbe attestarsi a 0,03 punti di Pil, circa 500 milioni. Pisauro comunque spiega che questo «evento esogeno» fa «svanire il tesoretto» e riduce i margini di manovra. Di fatto sarà quindi complicato intervenir­e sulla disapplica­zione delle clausole di salvaguard­ia che portano l’aumento dell’Iva.

L’Upb definisce «affidabile» la stima del governo e condivide la decisione di concentrar­e le risorse sui redditi più bassi. Se infatti si fosse decisa la restituzio­ne totale di quanto perso con la deindicizz­azione, i pensionati con redditi tra le tre e le quattro volte il minimo (tra i 1.500 e i 2.000 euro al mese) avrebbero avuto il 33,9% del totale delle risorse a fronte di un 67,5% ottenuto col decreto del governo.

Resta pesante il minore introito per un pensionato con un assegno pari a 3,5 volte il minimo (circa 1.639 euro al mese nel 2011) che per il 2012 avrà solo 17,7 euro in più al mese (e non 93,4) e 43,6 per il 2013 (e non 93,4), quindi il 40% della mancata indicizzaz­ione. Per il 2014 e il 2015, invece, lo stesso pensionato otterrà 7,5 euro in più al mese (pari all’8% in più) e nel 2016 altri 18,8 euro al mese (al posto di 95,5).

Le risorse Le limitate risorse verranno concentrat­e sui pensionati con livello di reddito più basso

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