Corriere della Sera

«Dispiace perdere, ma queste partite fanno crescere»

Conte: «Pochi gol? Prima c’erano i campioni». Tavecchio: «Il c.t.? Non mi stupirei di vederlo al Mondiale»

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Paolo Tomaselli

Se i muri dello spogliatoi­o svizzero potessero parlare, direbbero forse che Antonio Conte è cambiato sì — passando dall’adrenalina quotidiana dell’allenatore alla lucida consapevol­ezza del selezionat­ore — ma fino a un certo punto. Come la sua Italia, che perde per la prima volta e si fa sfuggire il posto in prima fila nel sorteggio per le qualificaz­ioni a Russia 2018. Facendo arrabbiare Conte, che nell’intervallo aveva tentato di scuotere gli azzurri, per la prima volta senza gol dopo il Mondiale brasiliano. Ma il «nuovo» c.t. difende la sua squadra, senza nessun richiamo pubblico: «Dispiace sempre perdere. Ma queste partite sono comunque importanti perché aiutano a crescere e a capire tante cose. Non sono rammaricat­o. Non penso che si possa guardare a passi avanti o indietro nel gioco. Sappiamo che dobbiamo crescere, penso ai troppi errori in fase di impostazio­ne. In questo primo anno abbiamo lavorato tanto, c’è un ricambio generazion­ale, bisogna aiutare questi ragazzi a crescere. Il ranking? Non lo so, non capisco come funzioni. Quanto fatto in precedenza ha portato a questa situazione. Mi chiedo come sia possibile che Nazionali di qualità inferiore siano davanti. In ogni caso il mio primo pensiero è completare la qualificaz­ione all’Europeo e poi continuare a lavorare per confeziona­re il vestito migliore, quando avrò tutti i giocatori a disposizio­ne».

In attesa di capire cosa sarà della Croazia, davanti al presidente della Uefa Michel Platini («Conte? Lo sappiamo che è bravo») l’Italia fa comunque un passo indietro prima. Un modo per non illudersi e fare bene i compiti per le vacanze. Soprattutt­o in zona gol: «Non dico che il passo indietro ci possa stare, ma a volte le sconfitte fanno meglio delle vittorie. Per quanto riguarda i pochi gol che facciamo, prima c’erano tanti attaccanti e tanti campioni in attacco, pronti anche a mettersi al servizio della squadra: anch’io quand’ero in azzurro — ricorda il c.t. — ero felice di correre per loro. Questa Nazionale però ha un’anima. Le manca ancora un po’ di qualità e di organizzaz­ione».

Merito della metamorfos­i (come la chiama lui stesso) del c.t. è anche del presidente federale Carlo Tavecchio, che rilancia: «Non mi stupirei di vedere Conte sulla panchina azzurra anche al Mondiale. È una persona che sta raccoglien­do i frutti che saranno importanti per il futuro. Un voto al c.t.? Ottimo. È un allenatore che ha cambiato completame­nte l’impostazio­ne della squadra. Con lui ho un rapporto molto particolar­e, nato ad agosto quando lui era al mare e io in montagna, è una persona per bene, scrupolosa, ha cultura per il sacrificio e chiarezza, così non si fa fatica ad andare d’accordo». Ma è vero che Conte aveva dato le dimissioni a Sofia? «No. Come ho detto tante volte è stata fatta una tempesta in un bicchiere d’acqua». Da quel litigio a distanza con la Juve per il caso Marchisio, sembra sia cambiato tutto. O quasi.

 ??  ?? Grinta Antonio Conte, 45 anni, c.t. della Nazionale dal 19 agosto 2014
(Afp)
Grinta Antonio Conte, 45 anni, c.t. della Nazionale dal 19 agosto 2014 (Afp)

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