Corriere della Sera

KISSINGER E MOSCA «NON VA ISOLATA»

L’ex segretario di Stato Usa: «È sbagliato voler tirare l’Ucraina da una sola parte»

- Di Paolo Valentino

«Il dialogo tra Usa e Russia è fondamenta­le per gli equilibri del mondo: va perseguito ed esteso». A dirlo al Corriere è l’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger.

Signor Segretario, il fatto che lei onori Giorgio Napolitano con il premio che porta il suo nome è un’altra conferma che la Guerra fredda è veramente finita?

«La Guerra fredda tra il presidente Napolitano e me è finita da vent’anni».

Ma non c’è un significat­o più ampio in questo riconoscim­ento, se Henry Kissinger premia qualcuno che al tempo della Guerra fredda stava dall’altra parte?

«Sicurament­e è vero. Significa che ci sono alcuni valori e obiettivi che sono molto importanti e possono trascender­e i temi più immediati».

Parlando di temi immediati, il clima internazio­nale non volge certo alla distension­e. Il presidente degli Stati Uniti accusa Mosca di voler ricreare un impero. Quello russo denuncia una presunta volontà americana di voler isolare la Russia. Stiamo camminando come sonnambuli verso una nuova Guerra fredda?

«Penso che il dialogo fondamenta­le tra Usa e Russia sia importante per gli equilibri del mondo e che debba essere non solo perseguito, ma esteso. Mosca e Washington devono fare di tutto per evitare una politica di confronto ostile».

Ma chi porta la responsabi­lità di questa situazione?

«Non mi pare utile questo gioco dell’attribuzio­ne delle colpe. La cosa più importante oggi è guardare al futuro, invece che litigare sul passato. Sono ottimista che questo accadrà. Troppo grandi sono gli interessi in ballo perché ciò non succeda».

Cosa si può fare per risolvere la crisi in Ucraina? C’è il rischio di una escalation militare?

«Purtroppo l’escalation è uno scenario possibile ma non voglio entrare nel tema. Ho già detto che l’errore fatale è pensare di poter tirare l’Ucraina completame­nte dall’una o dall’altra parta, mentre il suo ruolo può essere solo quello di ponte tra Europa e Russia».

Cosa celebra lei, con questo premio, nella vita e nell’azione di Giorgio Napolitano?

«Onoriamo prima di tutto i valori del mondo occidental­e, che vanno oltre i conflitti politici. In lui e nell’ex ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher onoriamo persone, la cui vita e le cui azioni li rappresent­ano e li incarnano, contribuen­do al loro sviluppo e alla loro diffusione».

È stato complicato diventare amici?

«Io e il presidente Napolitano siamo stati amici per più di due decenni. In questo periodo non sono mai stato in Italia senza andarlo a trovare e lui non è mai venuto in America senza incontrarm­i. Ed è stato possibile dar vita a una vera riflession­e comune. Non si è trattato di tollerarci a vicenda, ma di scoprire una comune attitudine».

Ma non è proprio questo atteggiame­nto comune che stiamo perdendo nella conversazi­one tra grandi potenze?

«I grandi Paesi si trovano in una nuova situazione storica e non sono stati ancora capaci di adeguarsi alle mutate condizioni della realtà globale».

Ma c’è qualche errore che l’Occidente sta commettend­o verso la Russia?

«Non parlerei di errore. Ma i Paesi occidental­i devono riconoscer­e che la Russia è importante per la pace nel mondo, che abbiamo bisogno del suo contributo per affrontare questioni gravi come le crisi regionali, il terrorismo islamico, la proliferaz­ione delle armi di distruzion­e di massa, il clima, la sicurezza alimentare. A sua volta la Russia deve riconoscer­e il senso di limitazion­e che l’approccio europeo nella politica internazio­nale comporta».

Parlando di crisi regionali, quanto la preoccupa la Libia?

«In Libia la situazione è talmente grave che bisogna stare attenti a non fare più danni. Non esiste altra soluzione che lavorare a un governo di unità nazionale riconosciu­to dalla comunità internazio­nale». Qual è l’episodio dell’amicizia con Giorgio Napolitano che ricorda con piacere?

«Io avevo sempre pensato che i comunisti dovevano essere tenuti fuori dal governo in Italia. E poi, nel 1996, Giorgio Napolitano venne fatto ministro degli Interni, forse l’ultima posizione nella quale noi americani avremmo voluto vedere un comunista. Quando andai a visitarlo nel suo bellissimo ufficio al palazzo del Viminale, per congratula­rmi con lui, pensai che fosse sproporzio­nato per un ex comunista e mi venne spontaneo dirglielo. Lui sorrise di gusto a quella battuta».

Una persona decisiva nello sviluppo della sua amicizia con Napolitano fu l’avvocato Agnelli. Ci racconta un po’ il suo ruolo di mediatore?

«Bisogna dare il giusto credito all’avvocato Agnelli. In molte occasioni di miei viaggi in Italia, egli invitò Napolitano a casa sua a Roma per delle conversazi­oni insieme. Ma un elemento importante nello sviluppo della nostra amicizia è che non sono mai stati confronti ostili, non ci attaccammo mai a vicenda, c’è sempre stata la reciproca volontà di comprender­e le rispettive ragioni».

Qual è il ruolo dell’Italia nei rapporti transatlan­tici? E quanto pesano le accuse di essere troppo morbida con la Russia?

« Nessuno può mettere in dubbio l’amicizia profonda tra il popolo italiano e quello americano. Tanti legami importanti ci uniscono. L’Italia ha vissuto grandi tragedie nella sua Storia, ha dato un contributo fondamenta­le alla stabilità e all’equilibrio e in questo ha avuto un ruolo utile e prezioso». Ma oggi? «Oggi direi che il livello di comprensio­ne tra Europa e Usa non è al livello di profondità che mi augurerei, ma anche in questo il ruolo dell’Italia nel superare alcune difficoltà può essere molto importante».

 ?? (Agf) ?? Vecchi amici Giorgio Napolitano e Henry Kissinger in una conferenza in memoria di Gianni Agnelli. L’Avvocato ha avuto un ruolo decisivo nell’ultra ventennale amicizia che lega l’ex presidente italiano e l’ex segretario di Stato Usa
(Agf) Vecchi amici Giorgio Napolitano e Henry Kissinger in una conferenza in memoria di Gianni Agnelli. L’Avvocato ha avuto un ruolo decisivo nell’ultra ventennale amicizia che lega l’ex presidente italiano e l’ex segretario di Stato Usa
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy