DUE PICCOLI GRANDI PASSI VERSO LA VERA BUONA SCUOLA
Adesso che Matteo Renzi ha annunciato che la riforma della buona scuola sarà rinviata si crea l’opportunità di muoversi su due direzioni. La prima è lo sviluppo di una «visione» della scuola del 21° secolo come quella descritta più volte in questo quotidiano. Basata su una didattica orientata a insegnare non più solo «materie» ma anche a sviluppare competenze come la capacità di ragionamento, la soluzione dei problemi, la comunicazione e lavorare in team. Il che implica meno lezioni dalla cattedra e più lavoro in gruppo a dibattere e fare progetti. La riforma per realizzarla cambierebbe radicalmente la selezione, formazione e valutazione dei docenti e le regole del lavoro: i docenti tedeschi sono pagati il doppio di quelli italiani ma fanno quasi il doppio di ore a scuola.I presidi potranno effettivamente essere uno dei perni della riforma, ma non è detto che siano tutti all’altezza del compito e ci vorrà molto tempo per valutarli e selezionarli con concorsi molto diversi da quelli di oggi. Ci vorranno almeno 10 anni. Che cosa fare nell’attesa? Due cose da realizzare in poco tempo. La prima è sfruttare i test Invalsi fatti da milioni di studenti per rendere trasparente e obiettivo alle famiglie il merito di una scuola che ancora oggi dà spesso dei voti che non riflettono il vero rendimento degli studenti e quindi la qualità dell’insegnamento. I genitori potrebbero scegliere le scuole migliori che attirerebbero così più studenti e si creerebbe un po’ di sana competizione. La seconda è un «vero» apprendistato come quello tedesco dove i giovani passano metà tempo tra i 14 e i 17 anni lavorando nelle fabbriche e negli uffici e imparando non tanto un mestiere,quanto le competenze necessarie nel mondo del lavoro; ben diverso dagli stage della «alternanza scuola-lavoro» italiana. Due piccole-grandi vittorie sulla strada della grande riforma.