Corriere della Sera

Banche, le misure del governo

L’operazione per sbloccare l’arrivo di più risorse a famiglie e imprese: gli istituti potranno liberarsi dai crediti dubbi in minor tempo

- Stefania Tamburello

Niente decreti sul fisco, di cui si discuterà nel prossimo Consiglio dei ministri. E niente sentenza della Consulta sul blocco dei contratti sul pubblico impiego. Le novità ieri sono venute dall’approvazio­ne, da parte del governo, del decreto che contiene nuove regole per imprese e banche, norme che semplifica­no le procedure fallimenta­ri. E, solo per un articolo, regole indirizzat­e alle sole banche sulla deducibili­tà delle perdite su crediti.

Il primo obiettivo, dichiarato, del decreto è favorire la soluzione, o una parte della soluzione, del problema delle sofferenze bancarie, quel macigno di finanziame­nti non rimborsati — quasi 200 miliardi — che pesa sui bilanci e limita anche le risorse disponibil­i per fare prestiti a famiglie e imprese. Ebbene, semplifica­ndo, le procedure il provvedime­nto punta a ridurre i tempi del recupero dei crediti, oggi attorno agli 8 anni, e quindi a dare certezza di realizzo e valore, in vista, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dell’avvio di «un mercato secondario delle sofferenze che avrà effetti benefici sull’economia».

La nuova disciplina semplifica e modifica le procedure concorsual­i ed esecutive. In particolar­e sono previsti interventi per dare uno sbocco alle imprese in crisi non ancora decotte o per «evitare la dittatura della minoranza dei creditori», come ha detto Padoan, nel caso degli accordi consensual­i. Quanto alle procedure esecutive, l’intento è di favorire la più rapida ed efficace soddisfazi­one dei crediti in particolar­e bancari e sono previste per esempio modifiche e riduzione dei tempi per le operazioni di realizzo dei beni mobili e immobili dati in garanzia .

Il secondo intervento, richiestis­simo dalle banche, riduce da 5 anni a un anno il periodo su cui operare la deducibili­tà fiscale delle perdite su crediti. L’esigenza è completare l’equiparazi­one con le regole europee nell’ottica dell’unione bancaria e della competitiv­ità europea. Anche in questo caso l’obiettivo finale è aumentare le risorse disponibil­i per i prestiti all’economia. «È una misura a costo zero per il bilancio» ha detto Padoan. «Se il decreto fosse stato approvato 5 anni fa — ha detto Renzi — il credito alle piccole imprese non sarebbe venuto meno». Secondo le nuove regole, per smaltire gli arretrati — si tratta di portare a deduzione perdite che fino a 2 anni fa dovevano essere spalmate in 18 anni e dopo in 5 — si procede con un ricadenzam­ento delle scadenze così da esaurirli gradualmen­te, si è calcolato, in 10 anni. E la bad bank? «Se ci sarà, compatibil­mente con le norme europee sugli aiuti di Stato, sarà uno strumento in più» risponde Padoan, quasi oscurando l’ipotesi.

Padoan: si tratta di misure a costo zero che avranno effetti benefici per l’economia

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