Banche, le misure del governo
L’operazione per sbloccare l’arrivo di più risorse a famiglie e imprese: gli istituti potranno liberarsi dai crediti dubbi in minor tempo
Niente decreti sul fisco, di cui si discuterà nel prossimo Consiglio dei ministri. E niente sentenza della Consulta sul blocco dei contratti sul pubblico impiego. Le novità ieri sono venute dall’approvazione, da parte del governo, del decreto che contiene nuove regole per imprese e banche, norme che semplificano le procedure fallimentari. E, solo per un articolo, regole indirizzate alle sole banche sulla deducibilità delle perdite su crediti.
Il primo obiettivo, dichiarato, del decreto è favorire la soluzione, o una parte della soluzione, del problema delle sofferenze bancarie, quel macigno di finanziamenti non rimborsati — quasi 200 miliardi — che pesa sui bilanci e limita anche le risorse disponibili per fare prestiti a famiglie e imprese. Ebbene, semplificando, le procedure il provvedimento punta a ridurre i tempi del recupero dei crediti, oggi attorno agli 8 anni, e quindi a dare certezza di realizzo e valore, in vista, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dell’avvio di «un mercato secondario delle sofferenze che avrà effetti benefici sull’economia».
La nuova disciplina semplifica e modifica le procedure concorsuali ed esecutive. In particolare sono previsti interventi per dare uno sbocco alle imprese in crisi non ancora decotte o per «evitare la dittatura della minoranza dei creditori», come ha detto Padoan, nel caso degli accordi consensuali. Quanto alle procedure esecutive, l’intento è di favorire la più rapida ed efficace soddisfazione dei crediti in particolare bancari e sono previste per esempio modifiche e riduzione dei tempi per le operazioni di realizzo dei beni mobili e immobili dati in garanzia .
Il secondo intervento, richiestissimo dalle banche, riduce da 5 anni a un anno il periodo su cui operare la deducibilità fiscale delle perdite su crediti. L’esigenza è completare l’equiparazione con le regole europee nell’ottica dell’unione bancaria e della competitività europea. Anche in questo caso l’obiettivo finale è aumentare le risorse disponibili per i prestiti all’economia. «È una misura a costo zero per il bilancio» ha detto Padoan. «Se il decreto fosse stato approvato 5 anni fa — ha detto Renzi — il credito alle piccole imprese non sarebbe venuto meno». Secondo le nuove regole, per smaltire gli arretrati — si tratta di portare a deduzione perdite che fino a 2 anni fa dovevano essere spalmate in 18 anni e dopo in 5 — si procede con un ricadenzamento delle scadenze così da esaurirli gradualmente, si è calcolato, in 10 anni. E la bad bank? «Se ci sarà, compatibilmente con le norme europee sugli aiuti di Stato, sarà uno strumento in più» risponde Padoan, quasi oscurando l’ipotesi.
Padoan: si tratta di misure a costo zero che avranno effetti benefici per l’economia